Vietate le elemosine davanti all’ospedale
All’esterno e all’interno dell’ospedale di Monfalcone rimane vietato chiedere l’elemosina. Il sindaco Silvia Altran ha rinnovato fino al primo novembre l’ordinanza anti-questua che era entrata in vigore alla metà di marzo per un periodo sperimentale di tre mesi. Quindi fino alla metà di giugno.
Proprio nelle due settimane di “buco” tra vecchia e nuova ordinanza, una famiglia di nomadi si è insediata sul terrapieno all’esterno della scuola infermieri, come ha spiegato il dirigente medico Michele Luise. La coppia di stranieri, che nei pomeriggi metteva all’opera all’esterno dei due ingressi principali del San Polo anche i figli, di cui uno sicuramente minore, aveva creato un vero e proprio bivacco. Niente, però, che potesse difendere dall’ultimo violento acquazzone che si è scatenato in zona. Per trovare rifugio dalla pioggia la famiglia, che comunque utilizzava i bagni della struttura ospedaliera per lavarsi, ha scardinato una porta antincendio ed è entrata nell’ala della scuola infermieri.
Il fatto è stato segnalato, come ormai consuetudine, ai carabinieri dall’Azienda sanitaria, che ha quindi avviato un intervento di pulizia del verde nell’area. In mezzo alla vegetazione, gli addetti hanno trovato dieci borse di vestiti e una bicicletta. «Vista la presenza di minori, la cosa è stata segnalata anche al Comune, ai Servizi sociali - ha spiegato Luise - e alla Polizia municipale, che, però, ha confermato di non poter intervenire fino al rinnovo dell’ordinanza». Nel frattempo, la famiglia è scomparsa. Come pure sette biciclette di dipendenti dell’Azienda per l’assistenza sanitaria Bassa friulana Isontina. Anche gli ultimi furti sono stati denunciati ai carabinieri.
Da mercoledì scorso, comunque, è tornata in vigore l’ordinanza anti-accattonaggio per rimanerlo per i prossimi quattro mesi. L’ordinanza vieta la questua molesta nel piazzale Aldo Moro, antistante le strutture del Distretto sanitario, e la viabilità di accesso alle degenze, ma anche in tutti i cortili e atrii della struttura ospedaliera. Chi insistesse andrà incontro a una sanzione da 25 a 150 euro, cui potrà aggiungersi la confisca amministrativa del denaro che sia accertato quale provento della violazione e di eventuali attrezzature impiegate nell’attività. Com’è accaduto in effetti a marzo, quando la Polizia municipale ha avviato dei controlli giornalieri, mettendo in pratica quanto previsto dall’ordinanza. Il provvedimento si è reso necessario per porre un freno a un fenomeno presente da tempo, ma divenuto sempre più invasivo e oggetto di segnalazioni da parte di numerosi utenti delle strutture ospedaliere. Oltre che da parte dell’Azienda per l’assistenza sanitaria Bassa friulana Isontina, che sta ancora provvedendo a riparare i danni provocati dai questuanti nei servizi igienici della struttura.
Laura Blasich
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