Vienna pronta al veto: «Stop ad Ankara»
Il ministro degli Esteri austriaco Kurz conferma: «Bloccheremo il negoziato tra Turchia e Unione europea per l’adesione»
Il ministro agli Esteri austriaco Sebastian Kurz
LUBIANA Non si interrompe il braccio di ferro tra l’Austria, la Turchia e l’Unione europea. Il ministro degli Esteri di Vienna, Sebastian Kurz ha fatto nuovamente sentire la sua voce sulle colonne del quotidiano Kurier per confermare una volta ancora il fermo “no” di Vienna all’apertura di nuovi capitoli di mediazione per l’adesione all’Unione europea tra Ankara e Bruxelles. Attualmente sono aperti sette dei complessivi 72 capitoli sul tavolo della trattativa tra Turchia e Ue. Tra le norme più contestate alla Turchia ci sono anche quelle antiterrorismo che però Ankara non vuole assolutamente, almeno per ora, modificare.
L’apertura di nuovi capitoli di mediazione è il frutto dell’accordo tra Ue e Turchia del marzo scorso nel tentativo di frenare il flusso migratorio che dalla penisola dell’Anatolia arrivava fino al centro Europa lungo la cosiddetta via dei Balcani. Nei piani era previsto che l’Unione europea liberalizzasse i visti per i cittadini turchi già entro la fine di luglio, ma finora nulla è stato fatto in questa direzione anche perché la Turchia, a sua volta, non ha soddisfatto tutti i punti dell’accordo. Alcune cancellerie europee sostengono che Ankara sta provocando e vuole la liberalizzazione dei visti quasi come premio per aver bloccato la marea di migranti diretti verso l’Europa.
Il ministro degli Esteri austriaco è stato chiaro: secondo Vienna l’accordo di marzo tra Ue e Turchia è destinato a cadere visto che Bruxelles non ha alcuna intenzione di liberalizzare i visti per i cittadini turchi fino a quando Ankara non avrà fatto i suoi compiti a casa e di certo le purghe messe in atto dal presidente Erdogan dopo il fallito colpo di Stato non contribuiscono ad agevolare la spinosa questione. «Ho la poltrona e la voce per farmi sentire al Consiglio europeo dei ministri degli Esteri - ha dichiarato il responsabile della diplomazia austriaca - e dirò chiaramente che io sono contrario all’apertura di nuovi capitoli di mediazione con la Turchia». E ha rincarato la dose preannunciando che anche il cancelliere Christian Kern al vertice europeo in agenda il prossimo 16 settembre a Bratislava «cercherà di convincere gli altri leader europei che lo stop al processo di adesione della Turchia all’Ue è la cosa giusta».
Ricordiamo che la decisione relativa all’apertura di nuovi capitoli di mediazione deve essere presa all’unanimità dagli Stati membri dell’Unione europea ed è chiaro che l’Austria è più che decisa a porre il veto. Vienna metterà sul tavolo europeo tutte le violazioni effettuate dal regime di Erdogan dopo il fallito golpe e che ha portato all’arresto di migliaia di presunti oppositori tra le fila dell’esercito, della magistratura, del corpo docente e della pubblica amministrazione.
Ricordiamo che solo giovedì scorso è stato lo stesso cancelliere austriaco Kern ad attaccare pesantemente Ankara sostenendo di «non vedere la Turchia in Europa per i prossimi dieci anni», aggiungendo che essa «non ha nessuna prospettiva di adesione» concludendo l’affondo affermando che «le condizioni sono condizioni e riguardo ai temi dei diritti umani o della legge antiterrorismo non possiamo rinnegare la nostra posizione».
Pronta la replica del ministro degli Esteri turco, Mevlüt Cavusoglu che ha definito le dichiarazioni austriache come «aggressive» e ha definito Vienna «la capitale del razzismo radicale».
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