Vienna, polemiche e imbarazzo dopo le maxi-file alle frontiere

Caos controlli: l’Fpö chiede le dimissioni del ministro della salute austriaco 

UDINE Bocche cucite in Austria sui controlli che d'ora in avanti saranno effettuati ai valichi di frontiera con la Slovenia e con l'Italia nei confronti dei viaggiatori in ingresso. La disastrosa gestione dei transiti, che tra sabato e domenica aveva causato tempi di attesa di mezz'ora-tre quarti d'ora ai valichi di Tarvisio (quello autostradale e quello della statale) e addirittura di 10-12 ore a quelli con la Slovenia (il tunnel delle Caravanche e passo Loibl) ha creato grande imbarazzo sia a Vienna che in Carinzia, con un rimpallo di responsabilità tra autorità locali e governative. Tanto che l'Fpö, partito di opposizione, ha chiesto addirittura le dimissioni del ministro della Salute, Rudolf Anschober.

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Una paralisi del traffico di questa dimensione non s'era mai vista in Europa. E forse per questo ora tutti preferiscono tacere. È probabile che nelle prossime ore vedremo controlli a campione e limitati ai soli austriaci di rientro dalla Croazia, per evitare che si ripeta l'incubo di domenica. Ma è soltanto una ipotesi, che dovrà essere verificata nei prossimi giorni.

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epa08621674 Citizens sit in a tram with face mask in the Croatian capital Zagreb, 24 August 2020. According to last days reports, Croatia is witnessing a spike in the spread of coronavirus covid-19 with more than 200 newly infected people. EPA/ANTONIO BAT


Che le cose dovessero mettersi male, peraltro, lo si era capito fin dall'inizio. Venerdì sera Anschober aveva firmato l'ordinanza n. 372 pubblicata immediatamente sulla Gazzetta Ufficiale, perché destinata a entrare in vigore alla mezzanotte. In essa venivano disposti i controlli sanitari sistematici a tutti i viaggiatori in ingresso in Austria, anche se non austriaci, e venivano pubblicati in allegato i moduli F e G, da far compilare integralmente, con un'autocertificazione della loro corrispondenza al vero.

In Carinzia né il Land, né l'autorità distrettuale (cui competono i controlli sanitari) ne erano stati preventivamente informati. Il dirigente del distretto di Villach-Land, nella cui giurisdizione si trovano i valichi con la Slovenia e con l'Italia, Bernd Riepan, ha dichiarato di aver appreso solo per caso della pubblicazione dell'ordinanza. Era ormai mezzogiorno e gli uffici sono stati riaperti di corsa per stampare i formulari F e G e recapitarli con auto della Polizia ai valichi.

Come mai il ministero non aveva preavvertito le autorità carinziane? Anschober risponde di averlo in realtà fatto: mercoledì, in una videoconferenza, cui partecipava anche un rappresentante della Carinzia (il governatore Peter Kaiser la settimana scorsa era in vacanza), il ministro aveva preannunciato la nuova ordinanza. La notizia ci viene confermata da fonti della Polizia italiana, che ne era venuta a sua volta a conoscenza.

Ma poi il meccanismo di comunicazione deve essersi inceppato, con la conseguenza che l'ordinanza è entrata in vigore alla mezzanotte di venerdì e sabato a mezzogiorno i formulari per l'autocertificazione non erano nemmeno stati stampati. Men che meno erano stati presi provvedimenti per rafforzare il personale sanitario che ai valichi sloveni e italiani doveva controllare gli entranti, assistito da polizia e soldati dell'esercito.Personale insufficiente, controlli meticolosi, code di chilometri e tempi biblici di attesa, senza cibo e senza acqua. È un miracolo che nessuno sia stato colto da malore. Poteva finire tragicamente.—


 

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