Viale Miramare, rotatoria in direzione Porto vecchio
Traffico rivoluzionato, la struttura verrà costruita poco oltre il cavalcavia Lavori a giugno per la mostra proposta da Sgarbi nel Magazzino 26
TRIESTE. Ecco nell’immagine come cambierà, fra poco e in modo definitivo, la viabilità su viale Miramare. Si dice che l’arte è cosa leggera e vagante? La «Biennale diffusa» di Vittorio Sgarbi, che ieri a Trieste ha fatto passi fondamentali e anche imprevedibili per prendere forma legale ed economica con l’orologio che mangia i secondi, l’arte che entra in Porto vecchio trascina con sè cemento e viabilità.
Al cavalcavia di Barcola, pochi metri dopo il sottopasso uscendo di città (e se tutto andrà come previsto) da giugno in poi non si tirerà più dritti, né per entrare né per uscire da Trieste. La concessionaria di Porto vecchio, Portocittà, usa la variante al Piano regolatore firmata dalla scomparsa Ondina Barduzzi e realizza, in proprio, la rotatoria di accesso al vecchio porto. Provvisoria intanto, per entrare, a giugno, al Magazzino 26 sede della mostra di artisti e fotografi regionali, aperto per la prima volta e l’altro giorno oggetto di meraviglia per il ministro della Cultura, Giancarlo Galan. Definitiva, poi, per accedere anche alla lunga strada, di cui oggi si costruisce solo un pezzo, che porterà ai previsti porticcioli interni sul lato verso Barcola. E prima ancora al Polo museale: i restauri alla centrale idrodinamica dovrebbero finire entro l’anno. E se è vero che per il Magazzino 26 è stata già chiesta l’autorizzazione per altre manifestazioni dopo questa, lo snodo diventerà affollato non solo per il traffico quotidiano.
Il disegno originale prevedeva che nella direzione Udine-Trieste si potesse proseguire per via retta, non avendo intenzione di inoltrarsi in Porto vecchio. Ma nuove norme di sicurezza stradale impongono una revisione. Rotatoria sempre. Dunque sarà inevitabile un rallentamento della velocità nei pressi della curva. Il progetto è stato già inoltrato in Comune.
L’area dietro il Magazzino 26, che l’Autorità portuale anni fa con progetto di Portoghesi ha restaurato strutturalmente, ma non per intero ai fini del suo uso, verrà allestito un parcheggio, la strada gli passerà sul davanti. Restaurati sono 10 mila metri quadrati compresi i vasti ballatoi esterni “vista mare”, spazio immenso con infilate di saloni oggi ancora scabri, ma nel suo complesso l’edificio, lungo 250 metri, misura 7200 metri quadrati per piano, e ha quattro piani, dunque si tratta di 28.800 in tutto. Se par tanto (è lo è) basterà proporzionare questo magazzino con la superficie totale dei 13, più edifici minori, di cui Portocittà è diventata concessionaria per 70 anni: in totale, 350 mila metri quadrati da rimettere in sesto e in moto, compreso il terrapieno di Barcola dove pende l’obbligo di integrale bonifica.
Sono esclusi dalla concessione solo i 5 magazzini sul lato-città e Molo IV di cui è concessionaria Greensisam, il Polo museale, l’Adriaterminal che resta attivo, il Bagno ferroviario, mentre un bacino ora in concessione alla Crismani Group verrà consegnato a Portocittà alla scadenza.
È un puntolino, dunque, questa rotatoria, ma ha il valore aggiunto del simbolo: porta d’ingresso. Per la mostra sarà in vigore, con decreto del prefetto, la sospensione temporanea del Punto franco in una zona recintata. Tre anni ha previsto Portocittà (Maltauro-de Eccher e soci bancari) per autorizzazioni e completamento dei progetti. Non per rallentare le cose, dice. La concessione infatti costa 320 mila euro ogni anno.
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