Viaggio tra le centinaia e centinaia di persone della Venezia Giulia che ogni giorno mettono a disposizione gratuitamente il proprio tempo nella lotta al coronavirus

Si parla poco di loro ma hanno un ruolo chiave: senza di loro la campagna vaccinale in regione non potrebbe proseguire di buona lena

TRIESTE Sono impegnati nella compilazione dei moduli, nella prenotazione degli appuntamenti e nell’accompagnamento. E ancora nel coordinare in modo omogeneo il flusso dei tanti utenti in fila. Ma eseguono pure le vaccinazioni a domicilio e nei centri vaccinali. Protagonisti indiscussi di questa importante campagna vaccinale sono anche i volontari, molti dei quali legati alle tante associazioni sparse sul territorio regionale.

Sono centinaia e centinaia di persone che ogni giorno mettono a disposizione gratuitamente il proprio tempo: volontari delle associazioni, ma anche medici e infermieri in pensione che hanno partecipato agli appelli delle aziende sanitarie. A questi si aggiungono pure gli ex medici e infermieri operativi grazie al bando nazionale cosiddetto Arcuri, che contempla invece uno stipendio.

A Trieste troviamo per esempio attiva la quarantina di volontari dell’Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro I Tumori. Oltre a occuparsi di malati oncologici, si dedicano anche al trasporto degli anziani che non possono deambulare. Opera in questo senso in prima persona Mario Snider, 48 anni, assieme al padre di 76. «Da dieci anni offro il mio tempo come volontario ad Anvolt – racconta -. Lavoro negli alberghi in montagna, ma ora sono chiusi e quindi, in attesa che cambi qualcosa, mi dedico a tempo pieno a questa attività». Snider accompagna chi non riesce a raggiungere da solo il centro vaccinale di Porto vecchio. «A volte resto con loro al telefono 45 minuti per fissare l’appuntamento vaccinale - afferma -, ma solo perché si chiacchiera. Tanti sono soli e non sanno a chi appoggiarsi».

Come Snider, sono tante le persone che hanno deciso di dare una mano alle associazioni in attesa di riprendere il lavoro, sospeso a causa della pandemia. A testimoniarlo anche il Soccorso dell'Ordine di San Giovanni Italia (Sogit) – Croce di San Giovanni, che raggruppa 100 volontari e una cinquantina di dipendenti a Trieste. «Quest’anno abbiamo registrato per questo un aumento di adesioni», commenta Maria Elena Giacchetti, coordinatrice del personale. «Stiamo facendo di tutto per aiutare le persone», sottolinea il presidente Giorgio Cappel.

Nel centro vaccinale di Porto vecchio opera anche il gruppo adulti degli scout della Cngei, una ventina di persone dai 22 ai 75 anni. «Ci occupiamo del pre-triage, accogliamo tutte le persone che arrivano al centro - spiega il presidente della sezione triestina Antonio Caporaso -, controlliamo la parte documentale ma anche li “coccoliamo” fino ad accompagnarli alla sala vaccini. Si parte dalle 7.50 del mattino e finiamo alle 20 circa».

Anche a Monfalcone è molto viva la partecipazione dei volontari, grazie alla Protezione civile e diverse associazioni, tra cui “Dinamici”, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori dell’Isontino e i Carabinieri in pensione. Così spiega l’assessore alle Politiche sociali, Michele Luise, che tiene in mano la regia: «Per noi sono un plusvalore, non è scontato che ci sia gente brava e capace, c’è grande senso di responsabilità. Il loro lavoro fa la differenza». Assicurano l’assistenza al centro vaccinale di Monfalcone anche gli assessori di Fogliano Redipuglia Rosanna Tosoratti, con delega all’Assistenza, Servizi Sociali e Istruzione, e Giuliana Garimberti, Servizi ai cittadini, che si occupa dei turni. —
 

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