Via San Michele ostaggio dell’estate del cantiere
TRIESTE. I lavori Acegas di via San Michele, che hanno imposto la chiusura della strada un mese fa e si protrarranno fino a settembre, paralizzano il commercio, “sfiancano” i residenti più anziani, costretti a muoversi a piedi, e riaccendono il dibattito sul futuro della viabilità della zona. Da inizio giugno la parte alta della via, compresa tra l’incrocio con largo Canal e via Testi, è infatti chiusa al traffico.
Gli esercenti lamentano lo scarso preavviso da parte del Comune. Nadia Curri, titolare del negozio Stilemisto, afferma: «Abbiamo appreso la notizia dai cartelli esposti all’inizio della via qualche giorno prima. Per chi ha un’attività è come ricevere la diagnosi di una malattia grave. Sparisce la clientela. Non c’è stato alcun incontro preventivo, né informazioni in tempo utile. Con del preavviso, avremmo potuto limitare gli acquisti o pensare di trasferire l’attività. Anche quando riapriranno la strada, ci vorranno mesi per recuperare la clientela». Prosegue Curri: «Si poteva poi specificare nella comunicazione pubblica che la via rimane percorribile in automobile, provenendo dalle rive, quasi per l’intero tragitto. E al termine dei lavori ad ogni modo continueranno a mancare le migliorie necessarie: marciapiedi allargati, senso unico, arredo urbano».
Il proprietario di Ambasceria Cult, Leonardo Chiti, aggiunge: «Abito nelle vicinanze e in effetti così è diminuito almeno l’inquinamento acustico. D’altronde però esistono anche le esigenze del commercio. Auspico una soluzione di compromesso, come ad esempio rendere la via a senso unico, dall’alto verso il basso, oppure istituirvi una zona a traffico limitato». Per molti abitanti della zona il temporaneo stop alle auto è al contempo un esperimento positivo, che mostra alcune potenzialità della via. Di ridurre il traffico, se non addirittura di pedonalizzare la strada, si parla da anni. Ma un blocco totale dell’accesso agli autoveicoli, secondo alcuni, potrebbe causare disagi a chi usufruisce del bus 24. Soluzioni alternative, come visto, sembrano invece piacere agli stessi commercianti. L’anno scorso pure il sindaco Roberto Dipiazza aveva aperto all’opzione senso unico.
Per Laura Flores, presidente dell’associazione Andandes, che gestisce il giardino di via San Michele, quel che è certo è che «la strada non può tornare a doppio senso di marcia. I marciapiedi sono strettissimi: un vero e proprio pericolo, a maggior ragione s e si considera che di qui passano tanti bambini».
Maria Sanchez è la titolare dell’omonima galleria d’arte, nonché una mamma e una residente della via. Racconta: «Adesso si sentono gli uccellini cantare anziché i rumori delle auto, finalmente. Il mio bambino dorme molto meglio. Siamo poi in pieno centro storico: la zona andrebbe valorizzata maggiormente. Il traffico era insostenibile». Anche lei sottolinea «il problema dei marciapiedi inadatti al passaggio di carrozzine per disabili o bambini».
Dipiazza dal canto suo risponde alle rimostranze degli esercenti: «Era necessario far partire i lavori subito, per prevenire i pericoli legati alle tubature troppo vecchie, che sarebbero potute saltare in aria». Per quanto riguarda invece l’ipotesi di limitare il traffico definitivamente? «Finiti i lavori mi confronterò con la popolazione».—
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