Via Rastello, il bancomat di Gorizia ai tempi della “Jugo”

In occasione della kermesse enogastronomica la zona torna a rivivere grazie alla trasformazione dei negozi abbandonati in frequentate osterie
Di Stefano Bizzi

Via Rastello una volta era il cuore del commercio transfrontaliero. Fino alla dissoluzione della ex Jugoslavia, i suoi negozi attiravano clienti da un bacino grande almeno come il nord dell’attuale Slovenia. Jeans, scarpe, borsette, ma anche autoricambi, cibo e minuteria varia. Si poteva trovare di tutto. La sua fama arrivava ai confini con l’Ungheria. Fino a 25 anni fa, il fiume di gente che oggi si riversa nella strada in occasione di Gusti di frontiera era all’ordine del giorno, o quasi. Il via vai era continuo. Erano tutti stranieri. Venivano in città alla ricerca di ciò che oltreconfine non si poteva trovare. Si racconta che nei mini-market si vendesse ogni settimana un bancale di gomme da masticare e un altro bancale di whisky. Giravano così tanti quattrini che a fine giornata alcuni commercianti neppure li contavano. Per fare prima, li pesavano e li buttavano nei sacchi da portare in banca. Andavano a spanne, ma non sbagliavano di molto. I clienti arrivavano a Gorizia con in tasca valute pregiate come il dollaro americano, il marco tedesco o il franco svizzero. Quasi mai i pagamenti avvenivano in lire e in strada era raro anche sentire parlare italiano. A detta di Beniamino Ursic, anima dell’associazione Nuove vie e titolare del negozio di calzature al civico 4, il 1990 è stato l’anno d’oro. «Svalutavano in continuazione il dinaro e venivano a comperare qualsiasi cosa. Una volta è entrata una coppia e ha cominciato a prendere scarpe a casaccio. Ho chiesto se potevo aiutarli ma non avevano bisogno di consigli. Avevano un negozio a Sarajevo e compravano quello che capitava per poi rivenderlo nell’allora Jugoslavia».

Con la secessione della Slovenia, prima, e con l’apertura dei confini, poi, quel mondo è scomparso e la vocazione emporiale di Gorizia si è lentamente dissolta. Uno dopo l’altro, i negozi di via Rastello hanno abbassato le serrande, ma durante Gusti di frontiera la strada rinasce e grazie ai locali temporanei diventa il cuore della movida cittadina. Per evitare che come l’anno scorso si creino pericolosi ingorghi e rallentamenti, l’amministrazione comunale ha deciso di vietare i chioschi. Se da un lato la decisione può sembrare limitante, dall’altro aiuta a ricreare quell’atmosfera d’altri tempi che tanto affascina i visitatori della kermesse goriziana.

Grazie all’associazione Nuove vie ancora una volta i negozi e le corti apriranno le loro porte al pubblico. Casa Mischou e l’ex ferramenta Krainer sono da sempre i pezzi forti di via Rastello. Con i loro arredamenti e le loro architetture colpiscono all’istante i passanti invitandoli a entrare. A Casa Mischou, nell’ex negozio di tessuti Larise troverà posto un’enoteca, mentre nell’ex magazzino ci sarà una trattoria friulana. Da Krainer quest’anno sarà possibile, tra le altre cose, prenotare uno dei sei tavoli per due persone che permettono di cenare a lume di candela con vista dall’alto sulla strada. «Dove una volta si vendevano viti e bulloni, oggi regaliamo desideri: qui c’è di tutto, abbiamo creato diversi ambienti e ciascuno può trovare la sua dimensione ideale», racconta Eleonora Lulli di Eventiva che, con Osteria Klandestina, ha reinterpretato per l’ennesima volta la ferramenta al civico 41. Magari dall’esterno è meno appariscente di Krainer, ma anche l’ex Maximilian ha un’anima capace di catturare emozioni: «Il negozio è stato aperto da mia nonna Mery nel 1910», ricorda Massimiliano Franco sottolineando che dove si vendevano prima tessuti e poi vestiti si potranno ora assaggiare specialità delle Dolomiti abbinate ai vini del Collio. Nella vicina ex Pelletteria Meri la Dinamo Basket allestirà invece uno spazio con foto storiche della società dove si berrà birra e si mangeranno affettati con l’accompagnamento della musica di un dj. Lo stand delle lumache che tanto successo aveva avuto lo scorso anno, ora trasloca al civico 28 dove c’era l’autoricambi Tarantino. Rimane invece nella piazzetta di via Rotta il toro allo spiedo che indirizzerà i visitatori verso via delle Monache. Qui a fare da traino sarà l’allegria della collaudatissima Bottega del Maiale.

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