Via quattro ministri, crisi di governo in Albania

L’opposizione scende in piazza. Delegazione di ambasciatori a colloquio con il premier Edi Rama

ZAGABRIA. A tre mesi dalle elezioni legislative del 18 giugno, l'Albania scivola nella crisi politica. Il governo di Edi Rama ha licenziato quattro dei suoi ministri (tra cui il responsabile dell'Interno Saimir Tahiri), ufficialmente perché possano «concentrarsi sulla campagna elettorale». Ma l'opposizione, che da un mese porta ogni giorno in piazza migliaia di persone chiedendo un governo tecnico che garantisca elezioni «libere e democratiche», va giù dura parlando addirittura - con il leader del Partito democratico (Pd) Lulzim Basha - di corruzione e di collusioni col crimine organizzato. Tahiri in particolare è nel mirino: secondo i suoi detrattori non avrebbe fatto abbastanza per arrestare il proliferare di trafficanti e produttori di droga. Business effettivamente in crescita nel paese, come confermato anche da alcuni diplomatici a Tirana.

La gravità della situazione nel Paese emerge proprio dal fermento delle cancellerie occidentali. Rama si è confrontato con una delegazione di ambasciatori, tra cui il rappresentante degli Usa Donald Lu e dell'Osce Bernd Borchardt. Qualche giorno prima era toccato a Basha incontrare alcuni dignitari europei. Massimo riserbo sui colloqui, ma il livello di attenzione è alto.

Il governo intanto cerca di tenere dritta la barra del timone. Le dimissioni dei quattro ministri vengono dipinte dal premier come evento ordinario, ma per diversi osservatori la partenza del titolare dell'Interno, oggetto delle critiche più accese, non è secondaria.

Di recente l'attività di Tahiri, responsabile della polizia e dunque anche della lotta alla droga nel paese, è stata criticata da più parti. E mentre un recente rapporto Europol ha definito l'Albania la principale fonte di marijuana commerciata nell'Ue, l’ambasciatore britannico a Tirana, Duncan Norman, ha annotato che l'Albania controlla il 50% del mercato della droga in Regno Unito. La nomina di Fatmir Xhafaj al posto di Tahiri è stata accolta positivamente dai diplomatici. Ma l’opposizione ha assicurato che non permetterà al nuovo ministro di «entrare in ufficio».

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