Via l’obbligo di assistenza in piscina. Parte la rivolta social dei bagnini
TRIESTE La sicurezza nelle piscine non si tocca. Questo lo slogan che i bagnini di Trieste, insieme ai colleghi dell’intero Friuli Venezia Giulia, stanno facendo girare sui social in questi giorni, dando vita a una raccolta di firme a sostegno delle loro istanze. Sono infatti molto preoccupati e arrabbiati perché, a loro avviso, in seno al gruppo consiliare della Lega in Regione starebbe maturando un’iniziativa, che potrebbe sfociare nell’approvazione di una norma in base alla quale non sarebbe più obbligatoria la presenza di un bagnino in ogni piscina.
«Abbiamo saputo che qualcuno in Regione sta preparando in sordina questa proposta - spiega in un video Giovanni Ghersina, fondatore della Lifeguard Academy, struttura sorta nel 2011 a Gemona e che si occupa della formazione di personale competente e qualificato da avviare al lavoro di assistente bagnanti - che permetterebbe, in maniera a nostro avviso del tutto illegale, ai gestori delle piscine di aprire i loro impianti, anche in assenza di un assistente bagnante qualificato. Non vogliamo entrare nel merito degli schieramenti politici o altro - precisa - perché come Academy siamo nati apartitici e tali vogliamo restare, ma intendiamo sottoporre all’attenzione generale la gravità e la pericolosità di un’iniziativa di questo genere. Certamente - continua Ghersina - se questa proposta dovesse diventare legge, tutti gli incidenti che potrebbero capitare in futuro nelle piscine o nei pressi di tali strutture sarebbero da addebitare a chi l’avrà approvata. Bisogna pensare - conclude il fondatore dell’Academy - che non ci sono soltanto le ipotesi di annegamento, perché nelle piscine possono verificarsi anche incidenti, cadute, malori, magari nel contesto di situazioni di sovraffollamento, e soltanto personale preparato e competente può intervenire adeguatamente».
Immediata la replica del consigliere leghista Danilo Slokar. «Credo che gli assistenti bagnanti possono stare tranquilli - dice -, perché il nostro obiettivo non è quello di cancellare tout court la loro figura, ma più pragmaticamente di analizzare le condizioni e le situazioni nelle quali essa è opportuna. Oggi - aggiunge - è pericoloso girare in automobile, in città, in campagna. Ci sono migliaia di situazioni nelle quali si può rimanere vittime di un incidente. Nelle piscine come altrove – sostiene - la frequenza degli incidenti è la stessa, perciò stiamo studiando un meccanismo che renda le cose più equilibrate, anche sotto il profilo dei costi. La presenza di un assistente bagnanti rappresentare in alcuni casi una spesa sproporzionata rispettp alle reali esigenze, perciò affronteremo l’argomento per cercare una soluzione che possa mettere tutti d’accordo».
Al dialogo sono disponibili anche quelli dell’Academy, struttura che dal 2011 è inserita nel panorama del volontariato e della Protezione civile regionale, fornendo assistenza in occasione di eventi sportivi natatori in acque libere e confinate e che, negli anni, si è ampliata grazie all’arrivo nelle sue fila di professionisti della subacquea e del primo soccorso. «Dal 2018 – riprende Ghersina - siamo stati la prima scuola di formazione in Italia ad aver creato un supporto didattico multimediale dedicato al salvamento in acqua e il nostro Centro di formazione è accreditato in regione in base a una delibera della giunta del 30 maggio 2014. Con questi titoli pensiamo a ragion veduta di poter essere sentiti come esperti del settore». —
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