Via libera in giunta alla festa del 12 giugno a Trieste: «Fu la liberazione dall’occupatore titino»

Il centrodestra si ricompatta sul testo presentato dal sindaco Dipiazza. Il Pd: «Finiamola con le corse verso il passato»
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TRIESTE Il 12 giugno sarà festa cittadina. Lo stabilisce la delibera portata ieri in giunta dal sindaco Roberto Dipiazza, approvata dall’esecutivo, con cui si definisce «solenne ricorrenza» la data del ripiegamento delle forze jugoslave nel 1945. Una misura che nei giorni scorsi ha sollevato diverse polemiche, anche all’interno della stessa maggioranza.

Il titolo della delibera è forse un po’ ridondante ma esplicativo: “Istituzione della solenne ricorrenza della Città di Trieste del 12 giugno: Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava”.

“Giornata della Liberazione dall'occupazione jugoslava”, la giunta di Trieste approva la delibera
Truppe del IX Korpus dell'Esercito di liberazione della Jugoslavia davanti al tribunale, roccaforte nazista


Il testo ripercorre il contesto storico della ritirata delle «truppe comuniste del IX corpus del cosiddetto esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (Epj)», ricordando che quel giorno «cessarono anche quegli arresti e quelle deportazioni funzionali al piano di preventiva bonifica del territorio messo in atto per rendere in maniera definitiva Trieste parte integrante della Jugoslavia comunista e il cui risultato furono migliaia di morti e scomparsi in tutto il territorio giuliano».

Tensioni a destra sul 12 giugno: e la giunta di Trieste rinvia la delibera

La delibera ricorda che la data veniva commemorata da lungo tempo dalla Lega Nazionale e che dagli anni Novanta era oggetto di commemorazione da parte dell’Unione degli istriani. Il testo conclude denominando il 12 giugno “Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava” e imponendo di organizzare ogni anno un programma di commemorazioni che andrà ad affiancare quella ufficiale nell’aula del Consiglio.

La giunta di Trieste proclama il 12 giugno festa della liberazione dai titini
Truppe del IX Korpus dell'Esercito di liberazione della Jugoslavia davanti al tribunale, roccaforte nazista


Nei giorni scorsi la delibera era stata rinviata per modifiche (come il riferimento alla Lega nazionale) imposte da Forza Italia e Fratelli d’Italia, che mal avevano digerito il primo passo compiuto dalla Lega in materia. Il vicesindaco leghista Paolo Polidori rivendica la misura su Facebook: «È una data tra le più importanti per la città di Trieste perché sancisce la fine delle sofferenze subite durante la Seconda guerra mondiale ma anche durante i 40 giorni di occupazione titina». Il capogruppo forzista Alberto Polacco la definisce «una delibera importante che dà dignità a un momento molto significativo per la nostra città» e precisa: «Nessuno intende mettere in contrapposizione questa data con altre ricorrenze dell’anno, ma è giusto che la città, anche attraverso un momento pubblico annuale, ricordi cosa è avvenuto durante l’occupazione. Sia un monito perché i drammi del Novecento non vengano mai a ripetersi».

L'Unione degli Istriani: «Festa il 12 giugno? No, è una ricorrenza e non va trasformata in una data divisiva»
Lasorte Trieste 04/07/13 - Unione degli Istriani, Lacota


La segretaria del Pd triestino Laura Famulari commenta: «Spero che per Trieste finirà prima o poi la corsa verso il passato e che arriveremo al punto in cui le memorie non saranno in competizione. Lavoro con il Pd affinché il ’900 non sia più per nessuno un repertorio di date da contrapporre, e anche per questo ho condiviso la scelta dell’amministrazione Cosolini di apporre una targa commemorativa del 12 giugno». Per Famulari «nessuno deve essere privato della sua storia e a nessuno deve essere imposta una storia che non sente propria. Chi favorisce la comprensione reciproca e sa moderare dei toni, avvicina e salda la comunità: questo è quello che mi aspetto faccia il Comune di Trieste. Sempre, a prescindere da chi lo governa». Così il consigliere M5s Paolo Menis: «La delibera non aggiunge nulla a quanto ogni anno viene ricordato in questa data. Serve solamente a due cose: a togliere l’attenzione sui grandi temi locali irrisolti che rappresentano un fallimento dell’amministrazione; e a tener buoni Fratelli d’Italia che sono in agitazione per la questione della restituzione dell’ex hotel Balkan. Il sindaco Dipiazza ripeterà la solita litania di essere colui che ha organizzato il concerto dei tre presidenti, ma di fatto negli ultimi anni ha riportato indietro la città sul tema della riappacificazione». —


 

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