Via l’amianto dall’ex deposito dei tram di Gorizia

«Il tutto si svolgerà in tempi brevi». La rassicurazione arriva dal sindaco Ettore Romoli e da Francesco Del Sordi, assessore comunale all’Ambiente. Si riferiscono all’ormai imminente rimozione dell’amianto nella zona del vecchio deposito dei tram in via Di Manzano.
Il problema è annoso. Ed è stato sollevato a più riprese dai residenti della zona, preoccupati per la massiccia presenza di eternit nell’ambito della storica struttura.
La decisione
finale
Il via libera definitivo alla rimozione e alla bonifica del materiale è arrivato dopo che, per anni, la volontà di salvaguardare le strutture, giudicate di grande pregio storico e architettonico, aveva avuto la meglio sulla necessità di rimuovere i pannelli della fibra-killer che si stanno progressivamente sfaldando. «Intendiamoci: il rischio non è così grave da imporci di intervenire immediatamente: però, una certa urgenza c’è. Quindi, procederemo con i lavori. Da parte del Comune di Gorizia c’è sempre stata una grande sensibilità riguardo alla presenza di amianto nelle strutture sia pubbliche che private», aggiunge l’assessore Del Sordi.
Date dell’inizio-lavori ancora non vengono fornite. Ma dovrebbe essere davvero questione di settimane. «Già nel recente passato avevano “stabilizzato” i pannelli con speciali prodotti. Ora procederemo con la rimozione e con la bonifica dell’amianto. In questo momento, va data priorità massima alla sicurezza e alla tutela della salute dei cittadini», annotano ancora Romoli e Del Sordi.
Non è chiaro quale sarà il destino della struttura: una volta rimosso il tetto, verrà realizzata una copertura di fortuna oppure si procederà con la demolizione di tutti gli stabili?
Un lungo
percorso
Ma come si è arrivata a questa accelerazione? «All’inizio di gennaio - spiega ancora Del Sordi - l’Ass Isontina ha presentato al Comune la prima segnalazione». Segnalazione, aggiungiamo noi, cui fecero seguito contatti sia con Italia nostra che con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Il 13 marzo, infine, l’Ass ha redatto il verbale di lavori d’urgenza che, indicando gravi e fondati rischi per la salute umana, ha autorizzato di fatto l’amministrazione comunale a procedere con l’intervento di bonifica: tutto ciò per un importo stimato dagli uffici in 47 mila euro.
Ricordiamo che in quella zona doveva essere realizzato un parcheggio da 134 posti-auto: un’area di sosta che avrebbe dovuto vedere la luce nell’area del vecchio deposito dei tram di piazzale Saba.
Ebbene, come noto, il progetto naufragò clamorosamente. E avemmo modo di scriverlo il 13 agosto 2012 quando dedicammo un approfondito servizio sul degrado in cui versava (e versa tuttora) il vecchio deposito dei tram. Rammentiamo adesso cosa ci disse allora il presidente di Apt, Paolo Polli. «Anni fa - evidenziò Polli - la nostra azienda manifestò al Comune l’interesse per quell’area con l’intenzione di trasformarla in parcheggio, a raso, funzionale al polo intermodale passeggeri, gomma e ferro, quindi al servizio dell’utenza che ogni giorno arriva o parte da Gorizia sia con la corriera che con il treno. Allòra, infatti, non sussisteva alcun vincolo culturale sull’immobile insistente sull’area in questione».
Aggiunse Polli: «Se non ricordo male, nell’ultima stesura del Piano regolatore della città di Gorizia, l’area era stata definita “Servizi urbani e di quartiere-Parcheggio”, chiaramente individuando un naturale luogo di sosta all’ingresso della città. Successivamente il sito, o meglio la costruzione che sul sito insiste, è stata dichiarata di “interesse culturale” e, quindi, da salvaguardare. Tentare di conciliare due esigenze distanti tra di loro ha come risultato un notevole incremento dei costi e in più un quasi dimezzamento degli stalli». Quindi, niet.
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