Via i mediatori, consegne più veloci: la sfida di Just Eat passa per Trieste

Il capoluogo giuliano inserito tra le località “top” per la sperimentazione. Ed è caccia a nuovi fattorini
Un rider di Just Eat
Un rider di Just Eat

TRIESTE Consegne più veloci, un team dedicato alla risoluzione dei problemi e un’app a sua volta molto più rapida: parte da qui la rivoluzione di Just Eat, che ha da poco adottato la gestione diretta di tutti i rider e fattorini che in precedenza venivano gestiti, appunto, attraverso un mediatore. La pizza o il panino manterranno lo stesso gusto ma d’ora in poi, quindi, i giovani e meno giovani che montano in sella a una bici o un motorino, per consegnare in tempo il cibo ordinato dalla piattaforma web, saranno direttamente coordinati dal food delivery «più utilizzato in Italia» - come spiega il Country manager Daniele Contini - con una “rete” di 13 mila ristoranti in tutto il Paese. Ed è proprio Trieste una delle prime città in cui si sta adottando il nuovo modello integrato, composto dalla parte marketplace (cioè la consegna fatta direttamente dai ristoranti) e da quella con i rider e fattorini diretti.



Questo perché il capoluogo giuliano rappresenta per Just Eat un bacino importante: è una delle città, infatti, in cui gli ordini continuano a crescere. «Superata la fase di sperimentazione in un novero più ristretto di località – spiega Contini – il processo è continuato in altre zone, e Trieste partecipa a questa seconda fase. Abbiamo iniziato la scorsa settimana: vorremmo avere 90 rider al posto dei precedenti 30 che lavoravano prima con il partner di logistica. Ne abbiamo già trovato altri 20, dunque ce ne manca una quarantina. Pensiamo sia il numero di rider giusto, perché poi altrimenti si riducono le opportunità di lavoro per loro».

Le novità con la gestione diretta comprendono fra le altre cose un team dedicato per i lavoratori, che restano autonomi, ma con tanto di supporto in caso di particolari necessità via chat, telefono o mail. «Questo nuovo sistema ci permette di avere un dialogo più costante con loro e una maggior velocità nelle consegne», aggiunge il manager. Il tema della velocità si spiega così: «Spesso i lavoratori arrivano al ristorante quando il cibo non è ancora pronto. Con una nuova tecnologia, e grazie proprio alla gestione diretta, abbiamo ridotto i tempi di attesa».

La scelta di Trieste non è stata fatta a caso. Infatti è la settima città con il maggior numero di ordini, quella che cresce di più tra le grandi aree metropolitane (Napoli viene dopo) e che ha visto un aumento del 20% di nuovi ristoranti negli ultimi 12 mesi (in base agli ultimi dati aggiornati a dicembre 2019). A oggi, sulla piazza triestina, sono 170 i locali, comprese gelaterie e pasticcerie, che si avvalgono di Just Eat. Ma quali sono i gusti triestini? Gli utilizzatori di Just Eat – per la maggior parte nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni, seguita a ruota da quella dei più giovani 18-25, per quasi il 50% impiegati, nel 18% dei casi studenti e per l’11% liberi professionisti – ordinano soprattutto il sabato.

Preferiscono in primis la pizza, seguita da giapponese, hamburger e cinese. I piatti più ordinati sono così la pizza alla diavola, gli involtini primavera, il calzone alla Nutella, e piatti cinesi come gamberi con spaghetti o riso. I settori più in crescita sono quello “healthy” con un + 85%, quello del pollo (+ 70%) e del gelato (+ 20%).

Le curiosità non mancano. Le giornate in cui Just Eat ha ricevuto più ordini in assoluto sono state il 14 dicembre e il 23 novembre, giorno in cui si è richiesta più pizza. L’ordine più grande? Si parla di cucina cinese: 46 piatti in una volta tra involtini primavera, pollo alle mandorle, spaghetti di soia e pane fritto.—


 

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