Via i fondi ai giornali delle minoranze in finanziaria: Primorski a rischio

La senatrice Rojc: M5S vuole abolire gli sloveni in Italia, così soltanto sotto il fascismo. Rosato e Serracchiani: gravissimo
Il presidente della Camera, Roberto Fico e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, durante la cerimonia conclusiva dell'edizione 2018 dell'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione" presso l'aula di Palazzo Montecitorio a Roma, 2 giugno 2018. ANSA/CLAUDIO PERI
Il presidente della Camera, Roberto Fico e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, durante la cerimonia conclusiva dell'edizione 2018 dell'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione" presso l'aula di Palazzo Montecitorio a Roma, 2 giugno 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

TRIESTE Il Primorski dnevnik - e con esso i giornali delle altre minoranze in Italia - rischia di chiudere i battenti. Nella Legge di stabilità spunta l’ennesimo emendamento: il tema sono i tagli all’editoria e la firma è grillina. Tatjana Rojc, senatrice Pd ed esponente della comunità slovena in Italia, si appella direttamente al Capo dello Stato che un paio di giorni fa «a Merano - ricorda - ha riaffermato che “la libertà di stampa e la tutela delle minoranze linguistiche sono due valori importanti sanciti dalla Costituzione”». E invece «le minoranze - dice Rojc - stanno per essere private definitivamente dei loro giornali». I deputati Pd Ettore Rosato e Debora Serracchiani intanto si appellano alla «libera coscienza dei colleghi parlamentari affinché l’emendamento non sia accolto».

Il provvedimento è stato proposto dal deputato M5S Adriano Varrica, eletto in Sicilia e vicepresidente del gruppo M5S alla Camera. Varrica per conto del suo gruppo ha proposto di aggiungere alla legge un articolo, il 59 bis, intitolato «Abolizione del finanziamento pubblico all’editoria». «La minoranza - dice Rojc - sta per essere imbavagliata e privata dei suoi giornali. L’articolo prevede l’abrogazione di tutti i finanziamenti pubblici ai giornali di tutte le minoranze». Il M5S dunque vuole «decretare l’abolizione della minoranza slovena». Il testo è articolato, pieno di riferimenti tecnici e normativi, dice Rojc: «Evidentemente la stesura è ben meditata. È palese che dietro c’è la consulenza di qualcuno che si muove a suo agio nel mondo dell’editoria. Probabilmente lo stesso Crimi (il sottosegretario pentastellato all’Editoria che nelle scorse settimane aveva anticipato il provvedimento, ndr). E ciò nonostante esponenti della maggioranza mi avessero assicurato che nulla sarebbe cambiato». A titolo di esempio, la legge attuale prevede che le pubblicazioni delle minoranze siano esenti dal tetto massimo ai contributi pubblici, a oggi fissato al 50% dei ricavi di ogni testata. L'emendamento cancellerebbe anche tale esenzione: «Così il Primorski chiude - rimarca Rojc -. E anche il Novi Matajur, il Novi glas e, in Alto Adige, la Dolomiten. E la stampa italiana in Istria. Solo il fascismo era arrivato a tanto». Rojc denuncia da parte di M5S «un attacco senza precedenti nella storia repubblicana» a una minoranza linguistica «che attraverso la libera stampa mantiene la propria identità».

Per Rosato e Serracchiani, che parlano di «gravissimo attacco ai diritti delle minoranze e alla libertà di stampa», i 5S «stanno mostrando il loro volto peggiore, cinico e intollerante. Un accanimento assurdo, basato su logiche di silenziamento delle diversità tutelate dalla Costituzione, dalle leggi nazionali e regionali». I due dem sperano che l’Italia «non faccia passi indietro, al tempo in cui la minoranza slovena non poteva leggere i suoi giornali e nemmeno parlare in pubblico la sua lingua».

Sul complesso dell’emendamento è intervenuto il segretario della Federazione nazionale stampa Raffaele Lorusso, secondo cui con il testo - «che ci risulta fra quelli ammessi con il via libera del governo» - si sta «cercando di portare a compimento un disegno di sostanziale indebolimento dell'informazione» in Italia». —


 

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