Via della Seta, Zanin (Fi): "l’Aula va informata". Shaurli (Pd): "se ne parla da anni"

TRIESTE Il Consiglio regionale si accorge del dibattito che imperversa in tutta Italia sulla nuova Via della seta e il presidente Piero Mauro Zanin sposa la posizione anticinese del suo partito, criticando l’impostazione dell’esecutivo e domandando la convocazione di un’audizione urgente per ascoltare il punto di vista di governo, Autorità portuale, Confindustria e assessori regionali competenti. L’intenzione sarebbe quella di sentire le parti prima della firma del Memorandum con Pechino, ma i tempi sono ristretti e bisognerà vedere se ci saranno i margini. Zanin se la prende soltanto con la metà grillina del governo: «Sono certo che i ministri Di Maio e Toninelli non eluderanno l’invito e delegheranno propri rappresentanti per fornire informazioni su ripercussioni o possibili vantaggi per i cittadini del Friuli Venezia Giulia». Il giudizio dell’esponente di Forza Italia è negativo: «Non vorrei si perpetuasse il malvezzo tutto italiano di prendere decisioni strategiche tra pochi e poi cercare di farle digerire ai territori. Questo sistema non funziona, ancor più quando uno degli interlocutori è una superpotenza capitalcomunista come la Cina». Forzista è pure il governatore della Liguria Giovanni Toti, ma i toni sono diversi con l’invito a «non regalare ma neppure demonizzare. Gli investimenti dei cinesi sui porti di Genova e anche Trieste, non possono lasciare indifferenti. I nostri porti sono saldamente nelle mani del governo e non c’è rischio di colonizzazioni».
Il Pd Fvg attacca la nuova uscita dei forzisti locali: «Diamo il ben svegliato al presidente del Consiglio regionale», dice Cristiano Shaurli, sottolineando che «della Via della seta si discute da anni. La Regione, guidata dal centrosinistra, in Cina ci andava promuovendo le nostre imprese. Nel centrodestra per accorgersi dell’argomento hanno avuto bisogno del dibattito nazionale e delle stesse categorie che di solito non ascoltano. Il Pd sottolinea come sia essenziale che qualunque accordo con la Cina debba contenere dei paletti ben precisi. Lo sviluppo logistico del porto di Trieste è una priorità strategica, ma la Via della Seta interessa tutta la regione e non dev’essere subita ma governata».
Ad appoggiare l’accordo con il Dragone è la Cgil Trasporti regionale, che in una nota ricorda come «nel porto triestino sono già attivi operatori stranieri», evidenziando che «la Via della seta può rappresentare una grande occasione di sviluppo per Trieste e l’intera regione. Sbaglia chi si oppone in modo aprioristico». Il sindaco Roberto Dipiazza ribadisce infine il suo favore, bollando come «chiacchiere» le critiche di chi parla di una svendita degli asset nazionali, mentre il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia Antonio Paoletti ritiene che «il rinascimento del nostro porto sta dando fastidio a più di qualcuno». —
D.D.A.
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