Via Baiamonti, l’horror tour davanti alla casa del disastro

Molti curiosi armati di fotocamere e telefonini immortalano l’edificio devastato dall’esplosione: arrivano anche da fuori Trieste. E c’è chi racconta di un autista di bus che si è fermato per uno scatto...
Una persona fotografa la casa devastata di via Baiamonti (Foto Massimo Silvano)
Una persona fotografa la casa devastata di via Baiamonti (Foto Massimo Silvano)

Sono da poco passate le 10 del mattino. Lungo via Ercolano Salvi, una traversa di via Baiamonti, piccola strada a fondo cieco con pavimentazione in pavè, scende un distinto signore di mezza età. Arriva all'altezza di quel che resta della casa al numero 71, devastata esattamente una settimana fa dall'esplosione nella quale ha perso la vita un uomo, Aldo Flego, e sono rimaste gravemente ferite altre due persone, Marcella Flego, sorella della vittima, e Filomena Gallone, una vicina di casa. Arrivato dunque sul luogo del disastro, il signore estrae dal borsello una macchina fotografica digitale e inizia a scattare delle foto. Un clic dopo l'altro. Da ogni angolazione. Anche dal retro della palazzina, dove si apre l'immagine più impressionante, con pezzi di muratura che penzolano ovunque.

Uno, due, tre, dieci scatti. Una vera e propria galleria fotografica. «Si tratta di semplice curiosità» - ammette -. «Tra qualche tempo qui non ci sarà più nulla, probabilmente nemmeno la stessa casa che verrà demolita. Nessuno si ricorderà più di quello che è successo e non ci sarà traccia di quanto accaduto. Ho deciso allora di conservare una documentazione storica di questa tragedia. Nulla più».

Casa esplosa: i nomi degli indagati
La casa esplosa in via Baiamoti (Lasorte)

Quel distinto signore evidentemente non è stato il solo a pensarla in questo modo. Da quel maledetto venerdì pomeriggio infatti, è iniziata una lunga processione di persone che hanno deciso di visitare e immortalare con i propri smartphone o con le macchine fotografiche la scena del disastro. Un autentico tour dell'orrore. Una situazione peraltro non nuova: era già accaduto in occasione del naufragio della Costa Concordia al largo dell'isola del Giglio. Ma anche nella nostra città, esattamente nel cuore di Gretta, in quelle case popolari dismesse che furono il teatro nell’agosto del 2011 dell’omicidio Novacco, uno dei più efferati delitti di sempre a Trieste.

«Da venerdì scorso vedo decine di persone, di ogni età, uomini e donne, che vengono qui per scattare delle foto ricordo» - racconta Gianni, che abita al numero 42 di via Baiamonti, esattamente di fronte al luogo del disastro -. «Ho saputo addirittura che qualcuno, proveniente da fuori città e che si trovava a Trieste per spese o commissioni, ha deciso di allungare il percorso pur di venire a dare un'occhiata da queste parti. Quando è avvenuta l'esplosione ero in casa e ho visto tutto. Ne potevo scattare a migliaia di foto, ma è una cosa che non mi è nemmeno passata per la testa. Trovo che tutto questo sia squallido e di cattivo gusto».

Carmine, 23 anni, lavora in una pizzeria a domicilio che si trova nella palazzina a fianco. «Questa cosa sta succedendo fin dal momento della tragedia» - spiega -. «In quegli attimi concitati, la prima cosa che ho pensato era quella di rendermi utile in qualche modo e di aiutare chi si trovava in difficoltà. Ma ricordo perfettamente che c'erano dei passanti e degli automobilisti che si erano invece fermati per immortalare la scena. Tra questi anche un autista di un mezzo pubblico. Credo siano cose che si commentano da sole».

Intanto nella mattinata di ieri sono giunte sul posto anche le squadre dei tecnici comunali: hanno posizionato la nuova cartellonistica stradale che disciplina la viabilità in zona e che prevede divieti di sosta sul lato opposto di via Baiamonti, considerato il dimezzamento della carreggiata in quel tratto di strada. Soppressa temporaneamente anche la fermata dei bus.

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