Via alla pannolinoteca nel nome del riciclo

Al via anche in città l'iniziativa che punta a sensibilizzare le mamme sulla possibilità di utilizzare pannolini lavabili, con tutti i vantaggi, economici e ambientali, che ne conseguono

Sono in molti a non saperlo: i normali pannolini dei nostri bebé non sono riciclabili e non si possono smaltire facilmente. Un problema di cui occorre essere al corrente in un periodo storico nel quale i temi del riciclo e del riuso, oltre a quelli dello smaltimento del rifiuto, appaiono importanti per una società alla ricerca di nuove soluzioni economiche e eco compatibili.

In questa direzione si muove il Comune di Trieste, che con il nuovo anno ha attivato una singolare «pannolinoteca» che consentirà alle famiglie di provare un nuovo tipo di pannolini lavabili prendendoli... in affitto.

L’iniziativa viene promossa dall’assessorato comunale all’Educazione, scuola, università e ricerca guidato da Antonella Grim in collaborazione con l’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 1 Triestina, l’Arpa, il Laboratorio regionale di educazione ambientale, l’associazione Nonsolociripà e con il contributo della Provincia.

Le modalità sono semplici. Mamme o genitori potranno chiedere informazioni e il prestito gratuito di un kit di 20 pannolini lavabili alla stregua della richiesta di prestito di un libro a una biblioteca. Le famiglie potranno verificare così la qualità del nuovo prodotto e dovranno restituirlo entro un mese. Un periodo sufficiente per comprendere la validità del sistema e per decidere di provvedersene in proprio.

«I nuovi pannolini - spiegano dall’assessorato - sono confezionati con materiali all’avanguardia che consentono maggiore comfort ai neonati e ai piccolini, oltre a consentire un risparmio economico. Si calcola che in circa due-tre anni di necessario utilizzo, sono circa duemila i pannolini usati. Quelli lavabili costerebbero circa la metà rispetto a quelli attualmente in commercio». Inoltre la loro durata è piuttosto lunga e possono essere riutilizzati per i futuri fratellini o sorelline, oppure ceduti ad altre famiglie con prole in arrivo.

«Le mamme non devono preoccuparsi – spiegano dal Comune – qui non stiamo tornando al passato, ma va sfruttata la nuova opportunità». La sperimentazione andrà avanti sino ai giugno e verrà proposta da tre asili nido: i nidi comunali Acquerello di via Puccini 46 e il nido aziendale di via Tigor 24, e il nido aziendale della Regione La bacchetta magica di via Cantù.

Per informazioni si può anche andare su www.triestescuolaonline.it e www.retecivica.trieste.it.

 

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