Via al tandem Federesuli-Unione italiana

Primo vertice sul web, verso la firma di un accordo per la sinergia. Stabilita la celebrazione congiunta del Giorno del Ricordo
Fotografie a ricordo dell'esodo custodite al Magazzino 18
Fotografie a ricordo dell'esodo custodite al Magazzino 18

POLA Si avvicina la nascita di un protocollo di collaborazione tra l’Unione Italiana (Ui) e la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati (Federesuli) che renda organica e istituzionalizzata la collaborazione fra le realtà di esuli e rimasti: una collaborazione che poggia su buoni rapporti avviati da tempo, ma la cui base è stata resa ancora più solida dall’incontro tenuto l’estate scorsa a Trieste fra i due Presidenti italiano e sloveno, Sergio Mattarella e Borut Pahor; e dalle «recenti aperture sul tema dell’esodo da parte del Presidente croato, Zoran Milanović», si legge in una nota congiunta di Federesuli e Ui. Tutti tasselli che hanno reso «maturi», nelle parole del presidente dell’Anvgd Renzo Codarin, i tempi per l’incontro - «il primo a questo livello» - tenuto in via telematica fra i vertici di Ui e dell’associazionismo della diaspora. Nella consapevolezza di voler unire le forze anche per il mantenimento dell’identità storica, culturale e linguistica.

«Abbiamo deciso - riassume il presidente Ui Maurizio Tremul - una nuova fase della collaborazione che partendo dalla storia alle nostre spalle vuole cambiare marcia per arrivare a definire il doveroso giusto percorso che riunisca le due componenti di uno stesso popolo tragicamente lacerato dagli avvenimenti storici del Novecento per valorizzare al meglio gli indirizzi programmatici e i valori etici che stanno alla base del nostro agire». Con Tremul alla videoconferenza c’era per l’Ui il presidente della giunta esecutiva Marin Corva; al tavolo poi il presidente di Federesuli Giuseppe de Vergottini, Franco Papetti (Associazione fiumani italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio), Tito Lucilio Sidari (Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio), David Di Paoli Paulovich (Associazione delle Comunità Istriane) e Giorgio Varisco (Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio), oltre allo stesso Codarin.

Il primo passo di questo percorso condiviso - si legge nella nota - «sarà la celebrazione congiunta del Giorno del Ricordo 2021, la cui data e luogo verranno fissati nelle prossime settimane tenendo conto dell’evolversi» della situazione pandemica in Italia, Slovenia e Croazia. «L’idea - è la proposta di Codarin - sarebbe quella di celebrare il Giorno del Ricordo e firmare il protocollo nelle stesse ore, per poi organizzare qualcosa anche in Istria: una proiezione del film Red Land, ad esempio», anche se sarà difficile riuscire a concretizzare il tutto di qui a poche settimane, in questa situazione di lotta al Covid-19.

In ogni caso, tra le prime iniziative che si intendono avviare figurano la messa in pratica dell’Accordo italo–croato sulle minoranze del 1996; e l’individuazione delle forme migliori per portare «un doveroso riconoscimento ufficiale e istituzionale ai tanti luoghi di sepoltura, foibe e fosse comuni, ove furono trucidati tantissimi italiani allo scopo di indebolire la presenza nazionale maggioritaria autoctona in quelle terre e spingerla all’esodo». Andrà poi intensificata la salvaguardia dei cimiteri che ospitano tombe italiane, «principalmente da parte delle autorità croate e slovene, attività che richiederà una sempre più stretta collaborazione con le comunità locali».

Quello dei giorni scorsi, intanto, è stato solo il primo di una serie di incontri: si è stabilito infatti di fissare riunioni mensili e di costituire un gruppo permanente di lavoro comune formato da tre esponenti di FederEsuli e altrettanti dell’Ui. —



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