Via al taglio dei consiglieri regionali, una legge entro novembre

Il tavolo bipartisan traccia le priorità: sfoltire eletti, giunta e auto blu Ma Idv e Sinistra non votano il programma e gridano all’inciucio tra Pdl e Pd

Costi della politica, secondo round. Dopo gli assessori, a cui Renzo Tondo ha già assegnato i compiti per casa, tocca ai consiglieri. Ieri hanno cominciato davvero a fare sul serio. Almeno così pare perché, a sentire l’Idv, ci sarebbe un mezzo inciucio tra Pdl e Pd per bloccare la partita. Ieri, in ogni caso, il tavolo era chiamato a dare qualche risposta e così è stato. Il governatore, il presidente del Consiglio Maurizio Franz, il vice Maurizio Salvador, il presidente della quinta commissione Roberto Marin, l’assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti e i capigruppo hanno deciso da dove partire: meno consiglieri, assessori e auto blu. Slitta a data da destinarsi il tema dei vitalizi, appeso – si dice – alle linee dettate dalla manovra Tremonti: il tavolo aspetta suggerimenti dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni.

La road map uscita dal faccia a faccia di ieri si aggiunge a quella già in mano alla giunta sui tagli a enti e società collegate alla Regione. È il Consiglio però ad avere il fiato sul collo adesso. Per passare da 59 a 48 componenti, il Palazzo si è dato una scadenza: entro novembre l’aula è chiamata a partorire una legge che modifica lo Statuto; subito dopo il Parlamento dovrà votare la norma regionale in doppia lettura. E qui la macchina ha già dato i primi segnali di sofferenza. Tondo, certo di chiudere la vicenda in aula entro novembre, ammette tuttavia «che a Roma la situazione potrebbe diventare un terno al lotto, anche a causa delle possibili elezioni anticipate». L’Idv invece, che assieme a Rifondazione si è astenuta dal voto sul programma, vede marcio. «C’è un accordo di sottobanco tra Pd e Pdl per non fare nulla» accusa il capogruppo Alessandro Corazza. «Partire con la diminuzione del numero dei consiglieri, che ha un iter lungo – precisa – vuol dire affossare tutto. Bisognava cominciare sopprimendo privilegi come i vitalizi e con la riduzione delle indennità, provvedimenti approvabili con velocità. Si è voluto ingannare i cittadini gettando fumo negli occhi».

Di altro parere il Pd. Gianfranco Moretton, è soddisfatto ed evidenzia che «è passata la linea che il partito aveva anticipato un anno fa. Pure il centrodestra ha deciso di dare priorità alla legge voto sui consiglieri. Il fatto che la proposta del Pd sia stata accolta a maggioranza dimostra la volontà di licenziare la legge entro novembre, in tempo utile per il successivo via libera del parlamento». D’accordo l’Udc, con il capogruppo Edorardo Sasco: «Si fa sul serio». Meno intricato ma altrettanto delicato il nodo assessori. L’obiettivo è fissare una forbice che va da un minimo di 8 a un massimo di 10, con solo 2 esterni. Tondo avrebbe la possibilità di passare subito ai fatti e c’è già chi, nel centrodestra, chiede la testa di Garlatti e Kosic. L’ultimo capitolo riguarda le auto blu. Il governatore non vede il bisogno di una legge, ma Roberto Asquini (Gruppo misto), rilancia: «Una norma serve se si vogliono ridurre le automobili di tutti gli enti pubblici regionali. Ma sono contento: assessori esterni e auto sono battaglie che porto avanti da tempo e ora sono condivise dai colleghi». L’iter prende ora una strada precisa. Il 13 ottobre la quinta commissione costituirà un Comitato ristretto e metterà a calendario il pacchetto di riforme. Il 20 partiranno i lavori di commissione.

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