«Vi racconto dove e come si compra la coca in città»

«La scorsa settimana me l’ha offerta un ragazzo italiano sul molo Audace tra un bicchiere di birra e uno di vodka. Lì non è difficile rintracciarla mentre ci sono delle festicciole. Ma non è difficile trovarla: a Trieste ne gira parecchia». A parlare è un giovane di 33 anni, triestino, padre da poco più di un anno di una bambina. Lui, come pure la sua compagna, nei fine settimana, se capita, sniffano la polvere bianca. A Trieste girano centinaia di dosi di cocaina al giorno. Non ne fanno uso solo quelli che vengono definiti i personaggi della “Trieste bene”. Anzi, l’utilizzo di questo stupefacente negli ultimi anni, vista la maggior l’accessibilità dei costi, è diventato frequente anche tra gli studenti. «Non ci si scambia la roba per strada, al limite lì può avvenire il contatto – precisa il consumatore – è più semplice avvenga nell’atrio di qualche palazzo, in automobile, nei bagni dei locali o in quelli dell’università».
Di droga a Trieste ce n’è tanta. Cocaina a fiumi come in tutto il resto d’Italia, pasticche di ecstasy, anfetamine e poi ancora l’eroina che negli ultimi anni sta riprendendo quota anche tra i più giovani. Che non se la iniettano ma la fumano. «A meno che uno non abbia già un contatto che chiama e incontra – spiega il consumatore – a Trieste le zone dove avvengono più facilmente i contatti con gli spacciatori sono Viale XX Settembre, i Topolini d’estate e nelle ore notturne, la zona di viale Gessi, piazza Goldoni, le sale giochi e quelle per le scommesse, piazza Garibaldi, l’ippodromo. Una volta mi è stato dato appuntamento nel cortile antistante dell’ospedale di Cattinara e so che qualcuno effettua scambi al cinema o nei bagni dei centri commerciali». La maggior parte dei consumatori di cocaina la sniffa. «Ciascuna striscia contiene da 10 a 40 mg di cocaina in dipendenza del grado di purezza – precisa il giovane – l’effetto inizia entro pochi minuti. Fino a cinque anni fa era estremamente più difficile reperirla. Oggi l’uso è talmente diffuso in città che l’offerta è aumentata a dismisura». Oggi sulla piazza triestina un grammo di cocaina costa circa 90 euro. Non esiste più una separazione netta tra acquirente e spacciatore. C’è poi una sostanziale differenza tra il consumatore di stupefacenti che per procurasi il denaro spaccia e chi invece smercia per professione. Uno dei metodi più utilizzati è quello dell’incontro nel bagno di un locale. Abitualmente nella zona del Ghetto, in via San Nicolò, del Viale, delle Rive. Nei locali più affollati. «Chi acquista consegna prima i soldi, – racconta il giovane – è uno scambio, questo, che può passare inosservato: sembra che due si dividano le spese delle consumazioni. Poi ci mette in fila per entrare nello wc del bar». Donne e uomini, ragazzi e ragazze. Operai, professionisti, studenti, disoccupati, italiani e stranieri. Il consumatore di cocaina a Trieste si nasconde dietro a chiunque stia noi a fianco. «Il primo entra e lascia la roba in un punto prestabilito,– spiega il triestino consumatore – il secondo entra e la recupera». Gli scambi avvengono con una certa frequenza tra le panche di qualche affollata pizzeria. «Seduti sulla stessa panca – conferma - ci si scambia qualsiasi cosa, senza destare sospetto. Qui raramente gli spacciatori fanno arrivare i clienti in casa – riferisce – è troppo rischioso. Meglio nei luoghi pubblici: si dà meno nell’occhio».
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