«Vi racconto dove e come si compra la coca in città»

Le rivelazioni di un consumatore abituale: «Gli scambi avvengono in Viale, in via Gessi e piazza Goldoni. Costa 90 euro il grammo, molti studenti tra i fruitori»
Di Laura Tonero
Castellammare di stabia ( Napoli ) 30/10/ La vendita di una dose di droga nel fermo immagine del video che la polizia ha girato in un rione di Castellammare di Stabia e che ha condotto all'arresto di otto persone accusate tra l' altro di vendere le dosi ad alcuni studenti della vicina scuola media. Ph. Ciro Fusco
Castellammare di stabia ( Napoli ) 30/10/ La vendita di una dose di droga nel fermo immagine del video che la polizia ha girato in un rione di Castellammare di Stabia e che ha condotto all'arresto di otto persone accusate tra l' altro di vendere le dosi ad alcuni studenti della vicina scuola media. Ph. Ciro Fusco

«La scorsa settimana me l’ha offerta un ragazzo italiano sul molo Audace tra un bicchiere di birra e uno di vodka. Lì non è difficile rintracciarla mentre ci sono delle festicciole. Ma non è difficile trovarla: a Trieste ne gira parecchia». A parlare è un giovane di 33 anni, triestino, padre da poco più di un anno di una bambina. Lui, come pure la sua compagna, nei fine settimana, se capita, sniffano la polvere bianca. A Trieste girano centinaia di dosi di cocaina al giorno. Non ne fanno uso solo quelli che vengono definiti i personaggi della “Trieste bene”. Anzi, l’utilizzo di questo stupefacente negli ultimi anni, vista la maggior l’accessibilità dei costi, è diventato frequente anche tra gli studenti. «Non ci si scambia la roba per strada, al limite lì può avvenire il contatto – precisa il consumatore – è più semplice avvenga nell’atrio di qualche palazzo, in automobile, nei bagni dei locali o in quelli dell’università».

Di droga a Trieste ce n’è tanta. Cocaina a fiumi come in tutto il resto d’Italia, pasticche di ecstasy, anfetamine e poi ancora l’eroina che negli ultimi anni sta riprendendo quota anche tra i più giovani. Che non se la iniettano ma la fumano. «A meno che uno non abbia già un contatto che chiama e incontra – spiega il consumatore – a Trieste le zone dove avvengono più facilmente i contatti con gli spacciatori sono Viale XX Settembre, i Topolini d’estate e nelle ore notturne, la zona di viale Gessi, piazza Goldoni, le sale giochi e quelle per le scommesse, piazza Garibaldi, l’ippodromo. Una volta mi è stato dato appuntamento nel cortile antistante dell’ospedale di Cattinara e so che qualcuno effettua scambi al cinema o nei bagni dei centri commerciali». La maggior parte dei consumatori di cocaina la sniffa. «Ciascuna striscia contiene da 10 a 40 mg di cocaina in dipendenza del grado di purezza – precisa il giovane – l’effetto inizia entro pochi minuti. Fino a cinque anni fa era estremamente più difficile reperirla. Oggi l’uso è talmente diffuso in città che l’offerta è aumentata a dismisura». Oggi sulla piazza triestina un grammo di cocaina costa circa 90 euro. Non esiste più una separazione netta tra acquirente e spacciatore. C’è poi una sostanziale differenza tra il consumatore di stupefacenti che per procurasi il denaro spaccia e chi invece smercia per professione. Uno dei metodi più utilizzati è quello dell’incontro nel bagno di un locale. Abitualmente nella zona del Ghetto, in via San Nicolò, del Viale, delle Rive. Nei locali più affollati. «Chi acquista consegna prima i soldi, – racconta il giovane – è uno scambio, questo, che può passare inosservato: sembra che due si dividano le spese delle consumazioni. Poi ci mette in fila per entrare nello wc del bar». Donne e uomini, ragazzi e ragazze. Operai, professionisti, studenti, disoccupati, italiani e stranieri. Il consumatore di cocaina a Trieste si nasconde dietro a chiunque stia noi a fianco. «Il primo entra e lascia la roba in un punto prestabilito,– spiega il triestino consumatore – il secondo entra e la recupera». Gli scambi avvengono con una certa frequenza tra le panche di qualche affollata pizzeria. «Seduti sulla stessa panca – conferma - ci si scambia qualsiasi cosa, senza destare sospetto. Qui raramente gli spacciatori fanno arrivare i clienti in casa – riferisce – è troppo rischioso. Meglio nei luoghi pubblici: si dà meno nell’occhio».

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