Veto sul Recovery fund, Lubiana si schiera con l'Ungheria e la Polonia
LUBIANA Il primo ministro sloveno Janez Jansa ha annunciato il suo sostegno al veto di Ungheria e Polonia sul Recovery Plan. «Solo un organo giudiziario indipendente può dire cos'è lo Stato di diritto, non una maggioranza politica», ha scritto Jansa in una lettera inviata il 17 novembre al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e di cui l'agenza France Presse ha preso visione.
Nella lettera inviata ai leader dell'Ue, Janša chiede un ritorno all'accordo raggiunto al vertice di luglio sul quadro finanziario per affrontare l'epidemia, senza subordinare l'uso dei fondi allo stato di diritto. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa slovena Sta, nella lettera indirizzata, fra gli altri, al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, Janša sostiene che lo stato di diritto deve essere rispettato in tutta l'Unione, senza «meccanismi discrezionali basati non su un giudizio indipendente ma su criteri politicamente motivati». «Quelli di noi che hanno trascorso parte della nostra vita sotto regimi totalitari sanno che la deviazione dalla realtà inizia quando ai processi o alle istituzioni vengono dati nomi che significano l'esatto opposto della loro essenza».
Janša ha poi aggiunto che la Slovenia si richiama al «rispetto incondizionato dello stato di diritto in tutti i casi e senza doppi standard». Intestatari della lettera sono anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, in qualità di presidente di turno dell'Ue, e il capo del governo portoghese, Antonio Costa, prossimo presidente di turno nel primo semestre 2021, prima di passare il testimone proprio alla Slovenia.
Lubiana a più riprese nei mesi scorsi si è allineata alle posizioni del Gruppo di Visegrad, in particolare sul tema migranti, partecipando anche in qualità di Paese ospite a riunioni del quartetto che comprende Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia.
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