Veti incrociati in aula sul “supercomune”

Tra Uti e città metropolitana passa la mozione degli ex leghisti ma non quella della Fds. Un’altra Trieste isolata da Fdi, Pdl e Fi
Di Giovanni Tomasin

La materia oscura. Non si parla di fisica, ma del fatto che è iniziata ieri sera in Consiglio comunale la farraginosa discussione sul destino degli enti locali a Trieste e dintorni. Tema opaco ma in prospettiva di grande impatto sui cittadini del territorio: le Uti, nate dalla riforma regionale degli enti locali, e la città metropolitana sono state protagoniste del dibattito. Dibattito che si è aperto con quattro mozioni urgenti. La prima era stata redatta mesi fa dal presidente del Consiglio ed esponente della Federazione della sinistra Iztok Furlanic: «Alcuni dei punti sono ormai stati superati dai fatti - ha dichiarato Furlanic - ma resta valida la mia proposta di invitare il sindaco a esprimere al presidente nazionale dell’Anci Piero Fassino le preoccupazioni per la potenziale incostituzionalità della legge di riforma regionale 26/2014».

La seconda mozione era stata presentata dal capogruppo di Trieste popolare Paolo Rovis: «Anche il mio testo risale ad aprile e la discutiamo a fatti avvenuti - ha detto -. Rilevo che nella legge ai consigli comunali si chiede di esprimersi sull’adesione all’Unione. Di fronte a questa norma noi chiedevamo di poterci esprimere. Quel passaggio non è avvenuto, la giunta ha deciso di non sottoporre il tema al giudizio dell’aula. È stato un vulnus non da poco, per cui mantengo la mozione per il suo significato politico». Terza mozione presentata da Maurizio Ferrara e Roberto De Gioia di Lista civica indipendente: «Chiedo al sindaco di organizzare una serie di incontri specifici, anche in Consiglio comunale, con personalità istituzionali e politiche degli enti locali confinanti, in modo da affrontare il tema della città metropolitana senza che questo crei divisioni nella nostra regione». La quarta mozione aveva come prima firmataria Alessia Rosolen di Un’altra Trieste: «Considerato che nel 2012 è stata approvata una mozione che impegnava il sindaco ad avviare l’iter per la città metropolitana, che nel 2014 il sindaco ha fatto propria una mozione che lo invitava a mobilitare le forze politiche sul futuro degli enti locali, che tardivamente si discute del giro dell’oca, ovvero di reinserire l’area metropolitana nello Statuto regionale, bocciata nel 2014, chiedo al sindaco di intervenire presso il Parlamento per chiedere l’approvazione dello Statuto regionale contenente la città metropolitana e l’inserimento di Trieste tra le città metropolitane previste nella legge 56/2014».

La mozione di Ferrara è stata fatta propria dal sindaco, sulle altre s’è votato e l’esito non è stato felice per le forze d’opposizione e per la Fds. Le tre proposte sono state bocciate con varie motivazioni. Amaro il commento di Franco Bandelli (Un’altra Trieste): «Roberto Dipiazza dice che vorrebbe essere sindaco della città metropolitana. Poi in Consiglio comunale i Fratelli d’Italia, il Pdl e Forza Italia o si astengono o non votano la nostra mozione. Non mi pare una buona premessa». Perplesso anche Marino Andolina (Fds): «Appellarsi all’Anci sarebbe stato un gesto di democraticità».

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