Vescovo e rabbino rilanciano il dialogo ecumenico in città

Il confronto in occasione della giornata dedicata ai rapporti tra cattolici ed ebrei Il monito di Crepaldi e Meloni contro persecuzioni e violenze
Lasorte Trieste 17/01/19 - Centro Paolo VI, Conferenza Cattolici Ebrei, Arcivescovo Crepaldi, Rabbino Meloni
Lasorte Trieste 17/01/19 - Centro Paolo VI, Conferenza Cattolici Ebrei, Arcivescovo Crepaldi, Rabbino Meloni



Nutrire il dialogo, preservarlo dalle insidie contemporanee e valorizzarlo sulla base di ulteriori fonti di conoscenza e condivisione. A pochi giorni dalle polemiche sorte dopo l’intervista in materia di accoglienza rilasciata a La Verità dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, la Diocesi ha rinsaldato il tema dell’ecumenismo accogliendo le istanze della “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”, tappa che dal 1990 cuce e rinsalda i valori comuni espressi dalle esegesi bibliche.

La sede dell’evento, svoltosi giovedì sera, permane il Centro Pastorale Paolo VI ma muta come sempre la “fonte” su cui (ri)vitalizzare l’incontro tra le due culture, quest’anno incentrata sul testo del Rotolo di Ester, documento cardine della spiritualità ebraica, da cui sorge la festività del Purìm, la celebrazione della salvezza del popolo ebraico dalle persecuzioni di Haman, re di Persia.

Un passo che parla quindi di lotta e soprusi, ma anche di speranza e salvezza, affresco spesso ridipinto e nel contempo attuale, su cui si è basata la riflessione che, nell’occasione, ha visto riuniti il rabbino della Comunità ebraica Alexander Meloni e lo stesso monsignor Crepaldi: «Il dialogo non va solo rinnovato ma difeso – così il vescovo – e va tutelato anche rafforzando la reciproca conoscenza tra cattolici ed ebrei, tenendo nel contempo sempre a mente i pericoli in alcuni scenari internazionali – ha aggiunto il presule – legati alle persecuzioni e alle violenze». Spunto accolto da rav Meloni: «Il dialogo a Trieste non smette – ha sottolineato – forte del valore delle persone impegnate nell’ecumenismo e della reale stima e amicizia». —



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