Vertice di Trieste: l’Italia sarà il notaio dell’atteso accordo anche con Lubiana
TRIESTE La Slovenia blocca la “fretta” croata di istituire la Zona economica esclusiva (Zee) con l’Italia, Italia che diventa in qualche modo il notaio che garantirà tutte le assicurazioni sul caso chieste da Lubiana. Assicurazioni relative al libero accesso alle acque internazionali da parte delle navi da e per il porto di Capodistria senza che la Croazia eserciti un potere di controllo sulle stesse e, quindi, di potenziale rallentamento, e alla questione relativa al confine marittimo con Zagabria ancora irrisolta nonostante l’arbitrato internazionale che per la Croazia però «non esiste».
«Oggi abbiamo concordato un interesse comune nella gestione congiunta della ricchezza dell'Adriatico. Abbiamo concordato congiuntamente l'importanza dell'Adriatico per tutti e tre i Paesi. E in questo modo credo che questo dialogo nello spirito europeo tra i diversi ministeri si svolgerà al più alto livello politico e diventerà fondamentalmente una cooperazione permanente tra i tre Stati», ha detto al termine del vertice di Trieste il ministro degli Esteri sloveno Anže Logar, che ha incontrato il suoi omologhi di Italia, Luigi Di Maio e Croazia Gordan Grlić Radman. Gli esperti delle tre parti, e successivamente i ministri degli Esteri, si incontreranno nuovamente a breve a Roma. Come è noto, la Zee nel semichiuso Adriatico significa che non ci sarà più accesso al mare aperto. I pescatori sono protetti dalle quote di pesca europee, poiché questo è anche il mare europeo, ha sottolineato Logar. La libera circolazione delle navi è prevista dalla Convenzione sul diritto del mare del 1982, che prevede anche le zone esclusive. L'Italia e la Croazia dovrebbero dichiarare le loro Zee a gennaio, ed entreranno in vigore a febbraio. La Slovenia non ha la possibilità di dichiarare una zona esclusiva, ma è stata comunque coinvolta nei colloqui.
La cooperazione con la Slovenia nel processo di dichiarazione della Zee della Croazia nell'Adriatico può anche essere un buon esempio per risolvere la controversia sul confine bilateralmente, ha detto il ministro degli Esteri croato Gordan Grlić Radman già prima dell’incontro di Trieste. Zagabria e Roma hanno in programma di dichiarare la zona insieme a gennaio dopo un altro incontro trilaterale, in cui, secondo il ministro croato, si discuteranno dei collegamenti di trasporto e dell'uso del mare. Grlić Radman ha aggiunto che prima di annunciare la sua intenzione di dichiarare una Zee per proteggere l'Adriatico, la Croazia ha avuto diverse conversazioni telefoniche con la Slovenia a livello di primi ministri e ministri degli Esteri. «La Slovenia è importante per la Croazia e vogliamo averla come partner nell'Adriatico settentrionale», ha precisato.
Una novità sarà la possibilità che le autorità croate potranno ispezionare le navi nel territorio croato se riscontrano violazioni delle leggi marittime, e soprattutto inquinamento ambientale. Per quanto riguarda le preoccupazioni della Slovenia sul fatto che potrebbe esserci un controllo più rigoroso delle navi destinate al porto di Capodistria, Grlić Radman ha assicurato che non ci sono ragioni per allarmarsi. «Qualcosa del genere - ha detto - non è ancora accaduto». Egli ha annunciato che i colloqui tra gli esperti sulla delimitazione delle aree con l'Italia inizieranno dopo la loro proclamazione congiunta. La Croazia si aspetta che si applichi un confine temporaneo fino all'accordo, in conformità a quanto stabilito tra Italia ed ex Jugoslavia nel 1968.
Riguardo ai confini marittimi con la Slovenia il capo della diplomazia croata ha sostenuto che «Zagabria si è ritirata dal procedimento arbitrale perché ormai compromesso e non per mancanza di volontà a risolvere la controversia». «In collaborazione con il governo sloveno - ha concluso - vogliamo raggiungere una soluzione accettabile per entrambe le parti e creare le condizioni per una cooperazione ancora migliore». —
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