Vertenza Sertubi, urla e accuse in Comune

Tensione tra lavoratori, sindacati e istituzioni. Solo in 19 su 113 hanno oggi una nuova occupazione
Foto Bruni 04.03.2015 Consiglio Comunale:incontro con Sertubi
Foto Bruni 04.03.2015 Consiglio Comunale:incontro con Sertubi

Invettive tra lavoratori, accuse ai sindacati anche vicendevoli, attacchi alle istituzioni, urla e porte sbattute. Nervi tesi anche ieri mattina nel corso della Commissione capigruppo in Consiglio comunale che ha voluto fare il punto sulla questione Sertubi. Il 31 dicembre anche l’ultimo gruppo di lavoratori espulsi dall’azienda (trasformata dalla proprietà indiana in semplice centro di distribuzione e vendita di tubi) ha chiuso i due anni di cassa integrazione ed è entrato in mobilità. Oltre una ventina di operai ha partecipato all’incontro e alcuni hanno lamentato di non essere stati chiamati dalle istituzioni per partecipare ai corsi di formazione e poter essere ricollocati. «I sindacati hanno firmato accordi che ci hanno messi in mezzo alla strada - ha accusato Alfonso Senatore - non è obbligatorio ora voler essere riassorbiti in Ferriera, c’è Pasta Zara, Illycaffé, c’è il Porto Vecchio». Adele Pino, assessore provinciale al Lavoro ha spiegato che dei 113 lavoratori usciti da Sertubi, 89 hanno seguito il percorso di ricollocamento, 30 di questi hanno avuto un rapporto di lavoro perlopiù a tempo determinato e a oggi 19 risultano avere un’altra occupazione con una percentuale (19 su 89) del 22%. «Con la legge Rilanciaimpresa la Regione ha preso un impegno con tutti i disoccupati - ha sottolineato l’assessore Loredana Panariti - ci stiamo dando da fare affinché il Friuli Venezia Giulia sia attrattivo per gli imprenditori e la formazione sia fatta in accordo con le imprese per un rapido assorbimento dei disoccupati». «Abbiamo scelto la strada più difficile - ha rimarcato il sindacato Roberto Cosolini - non una semplice difesa dell’attuale organico della Ferriera, dando la possibilità all’imprenditore di fare siderurgia pulita di modo che possano diventare 700 i posti di lavoro nel comprensorio dei Servola». Stefano Borini (Fiom-Cgil), Antonio Rodà (Uilm), Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl) hanno chiesto alle forze politiche unanimità nella richiesta di mantenimento del ciclo integrale in Ferriera, ma anche azioni per attrarre nuovi investimenti nelle aree non più utilizzate da Sertubi. «É grazie a me e a Michele Pepe se qualche risultato è stato ottenuto», ha rivendicato Maurizio Granieri rsu di Fim-Cisl. Dei consiglieri comunali, Franco Bandelli (Un’Altra Trieste) ha chiesto un incontro con Arvedi per mettere le basi per l’assorbimento a Servola dei disoccupati di Sertubi, Roberto Antonione (Gruppo misto) ha chiesto un Tavolo regionale specifico su Sertubi. (s.m.)

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