Vertenza Fincantieri, raffica di scioperi
MONFALCONE. È un autunno già caldo quello che si prospetta per il cantiere di Monfalcone sul fronte dei rapporti tra l’azienda e le seigle sindacali. Il confronto sul rinnovo del contratto integrativo è interrotto, Fincantieri ha convocato per martedì prossimo un incontro, a livello nazionale, con i coordinatori di Fim, Fiom e Uilm del gruppo per verificare se vi siano le condizioni per riprendere il confronto.
La Fiom, già nei giorni scorsi in una nota firmata dal coordinatore nazionale per Fincantieri, Bruno Papignani, ha già avvertito che prenderà iniziative proprie di protesta. È stato varato un pacchetto di scioperi che si dipanerà cantiere per cantiere, forse anche con blitz a sorpresa. Nessuna sorpresa invece per il 2 ottobre e anche lo stabilimento di Panzano dovrebbe vedere uno sciopero di 4 ore per i lavoratori della Fiom. L’organizzazione sindacale dei metalmeccanici della Cgil è pessimista di fronte alle «decine di ore di sciopero» e le manifestazioni che non hanno ancora portato a nulla e confida che nell’ambito delle agitazioni in corso si arrivi a una «manifestazione nazionale di tutti i lavoratori del gruppo».
La Fiom spera che «l’azienda assuma un atteggiamento diverso da quello mantenuto sinora «segnato da chiusure ideologiche e rigidità che hanno portato Fincantieri, ad esempio, a sos pendere l’erogazione del premio di risultato provocando un abbassamento dei livelli salariali dei lavoratori e quindi un ulteriore disagio che inevitabilmente ha influenzato negativamente il confronto tra le parti».
La situazione a Monfalcone poi non è delle migliori, soprattutto dopo i due incidenti, fortunatamente senza conseguenze per le persone, che hanno coivolto due gru durante la movimentazione. E anche tra i dirigenti Fiom-Cgil serpeggiano pessimismo e preoccupazione. «La situazione non nè cambiata e nè migliorata - spiega sconfortato il segretario Thomas Casotto - i temi in discussione sono sempre gli stessi. La questione degli appalti che non diminuiscono, la legalità, i grossi problemi di disorganizzazione all’interno del cantiere e infine, il nodo principale, l’integrativo sul quale l’azienda non dà risposte».
Questioni concrete che preoccupano il sindacato e i lavoratori che nonostante le commesse e il portafoglio ordini sono preoccupati dell’andamento dell’azienda. «Noi siamo pronti da subito ad affrontare la questione della produzione e dell’efficientamento - insiste Casotto - ma finora le proposte che sono arrivate da Fincantieri non sono accettabili. Poi non vediamo affatto diminuire l’appalto esterno e di conseguenza non vediamo nemmeno risposte sul fronte dell’occupazione del territorio. Bisogna affrontare questi nodi con una discussione a tutto campo».
La Fiom ha presentato alcune proposte concrete in una piattaforma «in modo che il rilancio - spiega lo stesso Papignani - avvenga attarverso il miglioramento del lavoro dei suoi dipendenti». La Fiom fa riperimento anche alle «relazioni industriali costruite in altre importanti imprese europee» e invoca la «partecipazione attiva dei lavoratori per migliorare la qualità e la competitività dei prodotti».
Una questione su cui si batte anche la Fiom locale, assieme agli altri sindacati (Fim e Uilm) che accusa l’azienda di seria disorganizzazione. «A preoccuparmi sono gli ultimi bilanci che mostrano l’aumentano del fatturato ma la diminuzione dell’utile - chiide Casotto - per non parlare della quotazione in Borsa che non ha dato i risultati sperati. Vedo poi il cantiere che è pieno di commesse e in quali condizioni si lavora all’interno. Fronti sui quali l’azienda non ha fatto nulla evitando la discussione di merito».
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