Vertenza Alcatel, governo in campo per salvare gli 850 lavoratori

Il sottosegretario Bellanova: «Il 22 ci sarà un vertice al ministero dello Sviluppo economico. La nostra priorità è mettere in sicurezza l'occupazione»
I lavoratori Alcatel davanti allo stabilimento
I lavoratori Alcatel davanti allo stabilimento

«Salvaguardare il sito produttivo di Trieste e la sua strategicità e mettere in sicurezza tutti i posti di lavoro, non solo quelli a tempo indeterminato, ma anche i somministrati e quelli che fanno riferimento all’indotto». È l’obiettivo che si pone il governo nella vertenza che coinvolge lo stabilimento di strada Monte d’Oro di Alcatel-Lucent secondo quanto ha dichiarato ieri pomeriggio il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Teresa Bellanova a un folto gruppo di dipendenti e di sindacalisti riuniti nella sala del Consiglio comunale. «Ma non vendo chiacchere - ha precisato il sottosegretario - non è nelle possibilità del governo né impedire la vendita, né scegliere l’acquirente. Tantomeno impedire che si apra uno stabilimento di analoghe produzioni in un’altra parte del mondo».

Alcatel agli americani, dipendenti in rivolta
Silvano Trieste 14/05/2015 Alcatel - Lucent, Assemblea

Soltanto giovedì mattina è arrivata la conferma ufficiale della vendita del sito triestino dal Gruppo francese alla multinazionale statunitense Flextronics, ma la procedura procede a ritmi spediti e in base alla normativa se c’è l’accordo sindacale deve essere portata a termine in 25 giorni, se no comunque si concluderà il primo luglio. «D’accordo con il ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi - ha annunciato Bellanova già nella conferenza stampa che si è tenuta in precedenza nel Salotto azzurro del municipio - abbiamo fissato l’incontro per la trattativa al Mise nella giornata di venerdì 22 maggio: in quella sede spingeremo al massimo perchè siano rispettate le questioni del sito e dei dipendenti che riteniamo dirimenti».

Nel confronto che ha visto il sottosegretario affiancato dal sindaco Roberto Cosolini e dagli assessori regionale Loredana Panariti e provinciale Adele Pino, i rappresentanti dei lavorati hanno messo a fuoco alcune questioni cruciali: «Entro un anno - ha spiegato Antonio Rodà (Uilm) - il Gruppo Alcatel-Lucent verrà sostanzialmente incorporato in Nokia per cui riteniamo essenziale che nei piani del Governo vi sia anche un confronto con Nokia che dovrà rispettare gli impegni che si è presa Alcatel».

Va ricordato che Alcatel Lucent ha affermato che garantirà commesse allo stabilimento triestino per i prossimi cinque anni. Ma in questa situazione Sasha Colautti (Fiom-Cgil) ha rilevato una evidente ambiguità: «È come se affittassi per i prossimi cinque anni un appatamento che entro pochi mesi cambierà proprietario: sono a forte rischio di sfratto».

E Colautti ha riferito anche «un’aggravante» in tutto questo e cioè il fatto che, secondo quanto annunciato dalla stessa Alcatel, il prodotto triestino (apparati particolarmente evoluti per trasmissioni in fibra ottica) non rimarrà un unicum ma sarà replicato in uno stabilimento che sta per essere impiantato proprio in Nordamerica. Era a questo che si riferiva il sottosegretario affermando che non è nei poteri del governo impedire aperture di altri stabilimenti. «Non vorremmo che si ripetesse un altro caso-Sertubi - ha ammonito Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl) - cioé che altre multinazionali arrivino qui per disperdere eccellenze locali».

Il rischio della delocalizzazione è tra i principali paventati dai dipendenti: non solo Flextronics ha rilevato e poi chiuso nel giro di pochi anni due stabilimenti italiani, ma è da anni subfornitrice anche dello stabilimento triestino con semilavorati prodotti in Romania. È il pericolo fatto notare al sottosegretario da un collaudatore dello stabilimento triestino: «Da polo strategico veniamo declassati a manufacturing, ma a costi troppo elevati per cui il rischio di trasferimento della produzione in Paesi low cost come Romania o Messico è fortissimo».

«Alcatel vuole consolidare lo stabilimento di Trieste»
Foto Bruni 25.04.15 Alcatel: manifestazione con sindacati dalla Serracchiani

Un’altra questione cruciale è stata messa in luce da Gianni Bertossi, rappresentante dei precari per la Cgil: «Nella lettera sulla procedura di vendita si parla solo dei dipendenti a tempo indeterminato, ma il governo deve spendersi in prima persona per salvare tutti gli 850 posti di lavoro, somministrati e indotti compresi». Impegno in realtà già anticipatamente assicurato.

«La filiera istituzionale è compatta - ha concluso Bellanova - sono in rapporto quotidiano con la governatrice Serracchiani. Metteremo in campo tutta la nostra autorevolezza per salvaguardare tutti i posti di lavoro. E se non abbiamo alcuna voce in capitolo per incidere sulle partecipazioni societarie delle aziende, comunque ci spenderemo al massimo per ottenere piani industriali sostenibili nel medio-lungo periodo.

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