Verso l’abolizione del roaming “balcanico”
BELGRADO. Chi oggi varca la frontiera e non vuole rinunciare a mandare sms, a fare una rapida telefonata o a controllare l’email sul telefonino, paga ancora salato. Ma il 2018 potrebbe essere l’anno della svolta definitiva. Con l’abolizione del roaming tra vari Paesi balcanici ancora extra-Ue.
Che tutto vada in questa direzione è stato confermato dai media della regione, in testa il montenegrino Pobjeda, che hanno rivelato che le autorità delle telecomunicazioni di quattro Paesi dell’area - Serbia, Bosnia, Macedonia e Montenegro - hanno già girato una proposta in questo senso ai rispettivi ministeri competenti.
Proposta che suggerisce l’armonizzazione dei costi del roaming nei quattro Stati balcanici sul modello dell’Ue, dove dallo scorso giugno vale il principio del “roam like home”, la possibilità di mandare e ricevere messaggi, telefonare e navigare su Internet da telefonino senza costi aggiuntivi.
La proposta, secondo Pobjeda, è stata concordata a fine novembre a Belgrado dai rappresentanti dei quattro Paesi ed è aperta anche ad altri partecipanti. Ci sarebbero stati già infatti abboccamenti con l’Albania. Nessuna novità invece, ma solo per il momento, sull’idea di abolire il roaming per gli utenti con passaporto di un Paese balcanico extra-Ue e l’Unione.
Idea che era stata suggerita, fra gli altri, dal think tank Balkans in Europe Policy Advisory Group (Biepag) a giugno. «La fine del roaming» tra Ue e Balcani ancora extra-Ue rappresenterebbe un «avvicinamento» tra cittadini Ue e balcanici, oltre che un risparmio concreto, tenuto conto «dell’ampia circolazione di persone», aveva scritto Biepag.
Il suggerimento di Biepag era stato accolto e ripreso a fine novembre al Comitato per gli Esteri del Parlamento europeo anche da Knut Fleckenstein, europarlamentare tedesco e rapporteur per l’Albania. In precedenza, il portale Birn aveva svelato che a Bruxelles il Commissario Ue all’Economia digitale, Mariya Gabdriel, aveva accettato il consiglio e già impartito a vari uffici della Ue il compito di sviluppare una «roadmap» che porterà, in futuro, all’abbassamento dei costi di roaming tra Ue e Balcani. Gabriel, a un meeting con gli ambasciatori alla Ue dei sei Paesi balcanici extra-Ue, ha confermato che l’ «integrazione digitale» dei Balcani, oltre che quella politica nell’Unione, è una «priorità».
Nel frattempo, uno Stato Ue - la Bulgaria - si sta muovendo in autonomia per accelerare i tempi. Sofia, infatti, dopo aver firmato un memorandum per un drastico abbattimento delle tariffe di roaming con la Macedonia, farà lo stesso in questi giorni anche la Serbia. Sofia assumerà la presidenza dell’Ue a gennaio e ha promesso sviluppi significativi per portare i Balcani più vicini all’Ue, anche per quanto riguarda le comunicazioni cellulari. Magari da mettere sul tavolo proprio al prossimo vertice Ue-Balcani, nel maggio del 2018, nella capitale bulgara.
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