Ventotto scheletri in corte Sant’Ilario Riemerge l’antico cimitero del Duomo

Scoperte le fondamenta di un misterioso edificio ottagonale. Le ricerche di don Alessio Stasi che fa luce sul ritrovamento



Don Alessio Stasi, collaboratore dell’Unità pastorale del Duomo, Sant’Ignazio, San Rocco, Sant’Anna ha fatto un lavoro accurato di ricerca storica. Che permette di rispondere a molti interrogativi. Perché il cantiere in Corte Sant’Ilario, accanto al Duomo di Gorizia, continua a riservare sorprese archeologiche. I primi scavi avevano portato alla luce le fondamenta di alcuni edifici legati all’attiguo palazzo cinquecentesco dei Coronini di Tolmino e alla scomparsa casa canonica. L’intervento è “presidiato” dalla Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio del Friuli Venezia Giulia. All’opera gli archeologi dell’impresa Arxe di Trieste, diretta da Luciana Mandruzzato, che continuano a svolgere il proprio compito con accuratezza, appoggiati anche dal parroco del Duomo don Nicola Ban.

«Risale a pochi giorni fa la scoperta, nell’area a ridosso della facciata sud del Duomo, verso il sottopassaggio della Questura, dei resti del cimitero medievale della città, in uso fino al Settecento - rivela don Stasi -. Sono affiorati sinora 28 scheletri di uomini, donne e bambini, assieme a chiodi di bare, fibbie e bottoni. Difficile, al momento, dare una datazione precisa. L’esame antropologico offrirà interessanti dati clinici sugli inumati. La scoperta più affascinante è la base di un edificio a pianta ottagonale, dal diametro esterno di circa 7 metri, situato accanto all’angolo destro della facciata del Duomo. L’inconsueta planimetria ha subito fatto pensare ai battisteri dell’età antica e medievale, anche se Gorizia è menzionata per la prima volta nel 1001, quando era ancora un villaggio legato alla pieve di Salcano, il “Castrum Silicanum” di età romana».

Don Alessio, affascinato dalla Gorizia antica che riemerge dal sottosuolo, ha voluto approfondire l’argomento. Effettuando un puntuale lavoro di ricostruzione e ricerca storica. «La più antica descrizione del Duomo, risalente al 1570, fa una fuggevole menzione del “cimitero ottimamente recintato dal muro”, ma non si sofferma sugli edifici attigui, se non sulla cappella di Sant’Acazio, inglobata poi nella chiesa maggiore - spiega -. L’edificio ottagonale appare però in una mappa del 1583, conservata all’Archivio di Stato di Vienna ed elaborata dal goriziano Giuseppe Vintana, architetto imperiale per la Contea. In una mappa del 1756 l’ottagono non compare più, probabilmente perché spianato nella ristrutturazione barocca del Duomo a fine Seicento».

E veniamo ai resti umani, il cui rinvenimento ha comportato uno stop ai lavori di restyling della piazza in quella zona. «I primi sondaggi - aggiunge - hanno rivelato parecchie ossa scomposte, stipate nella cripta ottagonale. Non si tratta di sepolture come quelle scoperte nell’attiguo cimitero, ma di ossa esumate e riposte nel sotterraneo dell’edificio. Si può ipotizzare un ossario con sovrapposta cappella mortuaria e una copertura a lastre di scisto. C’è una curiosa analogia, in scala ridotta, con alcune cappelle cimiteriali in località storicamente legate a Gorizia. A Merano, dove operava la zecca dei Conti di Gorizia, sorse nel Trecento un ossario ottagonale con cappella dedicata a San Michele. A Gorizia, proprio dietro all’attuale Questura, sorse a fine ’600 un oratorio detto di San Michele o delle Anime del Purgatorio, una dedicazione che forse riprendeva il titolo dell’ottagono dismesso. In Austria ci sono altri esempi di ossari ottagonali, come quello trecentesco di Metnitz, noto per il ciclo pittorico della danza macabra. Oppure a Maria Saal (Gospa Sveta), dove venivano insediati i Duchi di Carinzia, che dalla fine del Duecento furono i Conti di Gorizia, proprio nell’epoca a cui risale il battistero romanico del celebre santuario carinziano, poi adibito ad ossario e dedicato a San Michele. Accadde così anche a Gorizia, quando gli antichi battisteri e il battesimo per immersione caddero in disuso?»

Varie e suggestive le ipotesi. «Il modello ottagonale - conclude il sacerdote - potrebbe pure rimandare a una cappella ispirata al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Ma c’è un altro aspetto curioso. Il Duomo è dedicato ai Santi Ilario e Taziano, il cui antico culto era legato a un “martyrium”, un edificio ottagonale sorto ad Aquileia sul luogo del loro martirio. Nella simbologia cristiana l’ottagono annuncia l’ottavo giorno, la resurrezione di Cristo e di ogni uomo, la vita eterna. Una simbologia pasquale che si ricollega tanto al rito del battesimo quanto a quello della sepoltura». —



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