Ventidue finalisti dal mondo a Trieste: a Its sfilano abiti e accessori green

TRIESTE Eccoli i magnifici 22, i finalisti di Its – International Talent Support, quasi tutti provenienti da Paesi lontani e selezionati da una giuria di esperti nelle tre categorie Fashion, Accessori e Gioielli. Non ci saranno italiani, quest’anno, a portare il tricolore in passerella. Cina, Giappone, Corea del Sud: sarà l’Oriente a farla da padrone, ma i giovani talenti della moda che sfileranno il 12 luglio negli spazi sul mare del Magazzino 42 provengono anche dal Perù, dalla Finlandia, dall’Australia, dall’Inghilterra, dal Belgio, dalla Svizzera, dalla Germania e da Israele.
Ma ha ancora senso ragionare per paesi e bandiere? Sembrerebbe proprio di no. «I progetti – commenta Barbara Franchin, fondatrice e direttrice di Its – hanno messo in evidenza tratti comuni e trasversali ai giovani creativi sparsi su tutto il pianeta. Loro ragionano mettendo il mondo al centro con un immaginario sempre più fluido e inclusivo, maestosamente poliedrico, in costante allontanamento da giudizi e preconcetti».
Anche le declinazioni di genere sono solo un ricordo. Il gender fluid descrive l’essere umani, maschio o femmina non ha poi così tanta importanza. «È la visione di un unicum che sorprende – prosegue Franchin – all’interno di una visione ufficiale della società che ci vorrebbe divisi, dichiaratamente polarizzati, elitari e tendenti all’esclusione. Il mix & match diventa icona di questa nuova concezione del mondo, perfetta metafora delle infinte combinazioni possibili, di elementi tutti ugualmente importanti».
L’altro tema dominante è quello della sostenibilità: «L’approccio attuale - spiega ancora Franchin - dai materiali ai trattamenti naturali, dalla massiccia applicazione dell’upcycling, il riutilizzo degli scarti, dei rifiuti, della plastica, ha una consapevolezza lucida che sorprende e lascia sperare che il percorso nel fashion system, il secondo settore più inquinante per l’ambiente, sia solo all’inizio».
E quindi vestiti e accessori prendono vita dalla spazzatura, come nel caso della giapponese Yukika Saito che per la sua linea di abiti affronta il tema delle microplastiche teorizzando l’estetica dell’abbigliamento degli esseri umani del futuro o della cinese Xiaotu Tang che per creare la sua collezione di accessori ha utilizzato bottiglie di plastica, lattine e packaging alimentari riciclati e riconverti al lusso, integrati senza essere nascosti, lanciando così un messaggio forte sulle politiche ambientali. E poi c’è, sempre dalla Cina, Shie Lyu che, con la precisione di una vera tecnofila, fonde tradizione e modernità lavorando tubi in gomma e silicone riciclati, perspex fusi e scolpiti, crine di cavallo in nylon, creando una insolita forma di eleganza futuristica. L’instabilità del presente trova espressione anche a livello concettuale.
L’esempio nelle scarpe di Bingqing Yi, che rimuovono l’idea di solidità che la calzatura istintivamente dovrebbe offrire andando in direzione opposta, per ritrovare una nuova stabilità attraverso la ricerca di equilibrio. —
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