Venduto un “Camargue”: Auro dalla Cona a Trieste

Acquistato all’asta per 600 euro, cento in più di quanto segretamente fissato dall’organo gestore della riserva. Trattativa privata per gli altri 8 cavalli
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-26.04.2014 Camargue-Isola della cona-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.04.2014 Camargue-Isola della cona-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO. È cominciato la partenza dei nove cavalli Delta-Camargue dell'allevamento dell’Isola della Cona, messi in vendita dal Comune di Staranzano (capofila dell’Ente gestore della Riserva foce Isonzo che comprende anche le amministrazioni di Fiumicello San Canzian e Grado. Il primo a cambiare “abitazione” è Auro, esmeplare maschio nato nel gennaio di 4 ani fa e acquistato per una somma 600 euro nell’asta dell’altra mattina dalla triestina Francesca Zettin. Anche se c’è stato alla vigilia un discreto movimento di proposte, ma solo “verbali”, si è trattata dell’unica offerta concreta dell’asta pervenuta a mezzo posta entro le 12 del 12 maggio scorso agli uffici comunali di piazza Dante, termine ultimo la presentazione delle domande in base al “Regolamento per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato». L’acquirente ha proposto un prezzo superiore a quello indicato dal Comune nella busta “segreta” fissato in 500 euro e quindi ritenuto vantaggioso. Per i cavalli rimasti in questa prima fase del bando si procederà alla vendita mediante trattativa privata in quanto ci sarebbero state altre manifestazioni di interesse che poi però non si sono concretizzate. Ora sono rimasti quattro maschi, Tiglio (nato nel 2007), U1 (2008), Vento (2009) Astro (2010) e quattro femmine, Upupa (2008), Bora e Brina (2011) e Ciliegia (2012). I Camargue in vendita sono addomesticati e addestrati per essere cavalcati e si trovano molto bene sia con gli adulti che con i bambini. «Certo – dicono gli operatori alla Cona – lasciar partire un animale che è nato nella Riserva fa risvegliare i sentimenti come se fosse una persona della famiglia. Per noi tuttavia è meglio che cominci a cambiare la gestione poiché alleggerisce il lavoro e le spese. Poi forse ai cavalli farà anche piacere spostarsi in un altro ambiente. Attualmente i Camargue a casua del loro numero sono un po’ sacrificati e vengono separati in quattro recinti: quelli del centro visite utilizzati per le passeggiate, quiello riservato ai soli maschi, qielle per femmine e quello per lo stallone. Poi c’è un altro gruppo allo stato brado che si arrangia per nutrirsi al Boschetto della riserva». Come illustrato dal Comune, il motivo principale della vendita di alcuni animali coordinato dalla cooperativa Rogos in collaborazione con la Sbic (Stazione biologica della Cona), è stato determinato innanzitutto da motivi finanziari in quanto per la cura e il loro sostentamento occorre sfoltire il numero che oggi conta quasi trenta soggetti. Tale quantità sta comportando una spesa eccessiva di mantenimento rispetto alle previsioni e una sorta di preoccupazione per mantenere il “sistema pascolo” e l’equilibrio nella biodiversità dell’area protetta, oggi in difficoltà da un eccessivo pascolamento che sta mettendo a rischio la crescita di una regolare vegetazione. Il ricavato della vendita verrà investito in una gestione più equilibrata.

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