Vendite immobiliari fittizie per coprire il buco Coop

I pm Frezza e Tripani hanno scoperto lo stratagemma con il quale veniva gonfiato il patrimonio netto: un "trucco" che permetteva di rientrare nei parametri per il prestito sociale e che ha portato a un passivo da 37 milioni di euro. Conti bloccati, l’ufficio per i soci chiuso per “guasto tecnico”. Nella foto, il punto vendita alle Torri d'Europa e il cartello apparso all'ingresso dell'ufficio soci di via Gallina
Un'immagine delle Coop delle Torri
Un'immagine delle Coop delle Torri

Una enorme bolla fatta di cessioni di immobili a società controllate dalle stesse Cooperative operaie. Una bolla che ha provocato un passivo di 37 milioni di euro, ma soprattutto ha svuotato le casse delle Cooperative operaie. Una scommessa fatta sulla pelle di 600 dipendenti e delle decine di migliaia di risparmiatori che hanno affidato i loro soldi.

Il trucco contabile - per il quale è indagato l’ex presidente Livio Marchetti - ha consentito, secondo le indagini dei pm Federico Frezza e Matteo Tripani di «gonfiare il patrimonio netto e di rientrare - solo fittiziamente - nei parametri per il prestito sociale, la cui entità non deve superare il quintuplo del patrimonio netto stesso». Sono quattro le operazioni accertate dal consulente della Procura, Piergiorgio Renier e dai finanzieri. La prima porta la data del 24 dicembre 2010: vendita, o meglio conferimento alla Cotif immobiliare Srl (società integralmente posseduta dalle Cooperative operaie) dell’azienda Coop Trgovine doo. Prezzo: 8milioni 630 mila euro. Coop Trgovine doo aveva però in corso due mutui per 16 milioni di euro con la stessa Coop.

Foto Bruni 16.06.14 Livio Marchetti, pres.Cooperative Operaie
Foto Bruni 16.06.14 Livio Marchetti, pres.Cooperative Operaie

La seconda operazione riguarda la cessione sempre a Cotif di sette immobili commerciali per la cifra di 9 milioni 440 mila euro. La terza è il passaggio sempre a Cotif di un altro stabile per quasi 5 milioni di euro. L’ultima è la cessione ancora a Cotif per 6 milioni 500 mila euro dell’immobile di via Palatucci. Con questo sistema, secondo la Procura, sono stati realizzati i bilanci falsi. Rendiconti corretti solo formalmente che in realtà erano appoggiati alla cassaforte del prestito sociale. La bolla immobiliare è stata scoperta nel novembre di un anno fa da un socio. Si chiama Livio Lonzar. In un esposto alla Procura aveva evidenziato alcune operazioni di compravendita un po’ particolari. In cui di fatto i soldi non sono mai passati di mano. Ma tuttavia hanno consentito alle Coop di realizzare due importanti plusvalenze - meramente cartacee - pari a oltre 15 milioni di euro dopo aver pagato quasi 500 mila euro tra tasse e notaio.

Non solo. Le Coop si sono addossate anche l’onere di pagare (a se stesse) gli affitti degli immobili. Il dissesto dei conti è iniziato fin dal 2007. In quell’anno il buco è ammontato a 2,8 milioni. L’anno successivo ha raggiunto 5,5 milioni. E poi nel 2010, 3 milioni; nel 2011, 4,5 milioni, nel 2012 6,9 milioni e nel 2013 è esploso a oltre 9 milioni di euro. Nei primi mesi del 2014 sono stati persi altri 6 milioni.

A questo buco, si legge nel provvedimento in cui la Procura chiede al Tribunale civile il fallimento delle Cooperative operaie e l’immediata adozione di provvedimenti per tutelare il patrimonio con la nomina di un amministratore giudiziario «si aggiunge l’emorragia del prestito sociale sceso da 122 a 103 milioni nei primi mesi del 2014». Ma, continua il provvedimento, «questi 103 milioni di euro le Coop non li hanno. Si reggevano sulla speranza che i prestatori se ne rimanessero buoni a casa e non venisse a quasi nessuno in mente di recarsi allo sportello di via Gallina a chiedere di ritirare il proprio denaro». Ieri lo sportello era chiuso per “guasto tecnico”.

Coop, si spacca il vertice Silurato Della Valle
Foto BRUNI Trieste 27 05 2011 Torri d'Europa

Si legge poi: «Le Cooperative non sono più in grado di far regolarmente fronte alle obbligazioni con mezzi ordinari e straordinari». Una situazione definita «disperata» soprattutto dopo aver acceso l’ipoteca dell’immobile del supermercato “Torri d’Europa” per ottenere altri due prestiti da 5 e 3 milioni di euro. E ancora: «Da giugno 2014 le Cooperative hanno già perso alcuni dei suoi immobili di pregio. Questo solo per tamponare alla disperata le falle di una gestione che è in perdita costante e irreversibile da ben più di un quinquennio».

Posti di lavoro e risparmi da difendere e tutelare. Per questo motivo la Procura ha chiesto e ottenuto un cambio di rotta. Si legge: «Non c’è più tempo per indugi e tentennamenti. L’unica possibilità di salvare i posti di lavoro e i risparmiatori è mantenere aggregata l’impresa. Non disperdene i valori immateriali. Farla ripartire dopo aver rimosso il management inadeguato. Si potrà fare solo con un intervento deciso e radicale del Tribunale».

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