Vendita di Palazzo Carciotti a Trieste, pronta una nuova stima: verifica all’Agenzia delle Entrate

Il Comune attende un parere di congruità tecnico-economica sull’aggiornamento della quotazione

Massimo Greco
Palazzo Carciotti in una foto di Massimo Silvano
Palazzo Carciotti in una foto di Massimo Silvano

TRIESTE Doppia mossa del Comune sulla scacchiera del Carciotti: l’Immobiliare ha redatto una nuova stima del palazzo neoclassico e ne ha trasmesso il contenuto all’Agenzia delle entrate per ottenere da essa un parere di congruità tecnico-economica.

In sostanza si sta verificando quanto era stato anticipato nell’edizione del 31 gennaio scorso: sollecitata dall’offerta delle Generali - che ha proposto per l’edificio di Matteo Pertsch 6,5 milioni - la macchina municipale si è messa in moto innanzitutto per elaborare una valutazione “aggiornata” dello stabile. Allora si vociferava di un valore pari a 10 milioni 380 mila euro: si tenga presente che la stima precedente ammontava a 22,7 milioni (parliamo del 2018), che era progressivamente scesa a 14,9 milioni in seguito alle aste andate deserte.

L’offerta di Generali per palazzo Carciotti a Trieste: sul piatto 6,5 milioni di euro

Quotazione abbordabile

Sembra leggere in queste attività comunali, in considerazione dell’estrema difficoltà di piazzare sul mercato il Carciotti, la volontà di calibrare una quotazione “abbordabile”. Certo, tra questa presunta stima e l’offerta Generali continuerebbe a esserci una differenza piuttosto consistente. Il sindaco Dipiazza è incline a cedere il palazzo alla compagnia, per due motivi distinti ma confluenti: si sgraverebbe di un asset bello e impossibile, lo consegnerebbe a un grande interlocutore che ha prospettato un impegno riqualificativo di oltre 60 milioni. Nella sua ottica la città ne guadagnerebbe e lui risolverebbe una grana manutentiva ogni giorno più pesante.

Ma anche il primo cittadino non può fare i miracoli, bisogna che le posizioni si avvicinino. Quello che la civica amministrazione cerca di fare - e ne chiede riscontro all’Agenzia delle entrate - è di rendere più ragionevole un prezzo, che, alla luce dell’indispensabile e onerosa ristrutturazione, oggi appare inesigibile. E comunque l’aggiornamento della stima dovrà avere il sì del Consiglio comunale.

L'interno di Palazzo Carciotti
L'interno di Palazzo Carciotti

I prossimi passi

Poi, una volta ottenuto il parere da via Stock, cosa succederà? La cessione del Carciotti transita attraverso un’evidenza pubblica: di quale tipo? Si utilizzerà la piattaforma eAppalti, come si è proceduto da quando Lucia Tomasi è dirigente dell’Immobiliare? O si praticherà un’asta di diverso approccio - come piaceva al suo predecessore Luigi Leonardi - nella quale l’acquirente potrà presentare una proposta inferiore del 25% alla stima, fatto salvo che il venditore comunale si riserverebbe di accettare o meno la riduzione? Non sfugge che nella seconda ipotesi la distanza tra l’offerta Generali e la presunta quotazione municipale diverrebbe più contenuta. Senza contare che una stima decisamente abbassata riuscirebbe forse appetibile anche ad altri soggetti che in passato avevano “ronzato” attorno al quadrilatero neoclassico.

La determina

La richiesta all’Agenzia delle entrate è stata preparata da una determina firmata dalla p.o. Michela Indrio, che impegna 4.074,25 euro come spesa per la formulazione del parere. Nell’atto non sono chiarite le tempistiche, nella lettera inviata a Dipiazza l’amministratore delegato di Generali Real estate, Aldo Mazzocco, aveva chiesto una certa celerità.

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