Velisti padovani uccisi Per Horvatinčić vicino il quarto processo
Potrebbe esserci un nuovo processo - il quarto - contro Tomislav Horvatinčić, il tycoon zagabrese che il 16 agosto 2011 era alla guida del suo potente motoscafo che impattò in acque dalmate contro la barca a vela dei coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella, che morirono sul colpo.
Lo scrive il quotidiano Jutarnji list di Zagabria, che riportando notizie ufficiose da fonti del Tribunale della Contea di Zara sostiene che a otto anni dalla tragedia il procedimento penale contro l’imprenditore - il terzo - potrebbe non concludersi ancora. Sembra che l’ultima condanna, emessa a marzo, dal Tribunale municipale di Sebenico non abbia superato il “controllo” presso la Corte d’appello della Contea di Zara. Sempre secondo le fonti, la condanna di primo grado è stata annullata per motivi formali e procedurali. La decisione dovrebbe essere resa pubblica a breve. In base alla nuova legge sui procedimenti penali – entrata in vigore a inizio quest’anno – casi come quello di Horvatinčić non possono infatti più essere processati nell’ambito di un tribunale comunale, ma vanno sottoposti a quelli conteali o regionali.
Horvatinčić, oggi 72enne, era stato condannato in prima istanza a Sebenico a 4 anni e 10 mesi di carcere. La difesa, impugnando il verdetto, si era appigliata a questa modifica giuridica, ritenendo il tribunale sebenzano non autorizzato a processare il suo assistito. Secondo le fonti citate da Jutarnji, i giudici di Zara avrebbero dunque riscontrato la fondatezza dell’obiezione. Potrebbe così scattare un quarto procedimento che, assieme ai tempi relativi ai ricorsi, a questo punto farebbe slittare di anni la sentenza esecutiva.
Ricordiamo che nel primo processo la sentenza di primo grado emessa dalla corte del tribunale di Sebenico presieduta dalla giudice Maja Šupe, risultò essere di 20 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale di tre anni. Il Tribunale conteale di Zara cassò la decisione e dispose la ripetizione del processo. Il giudizio-bis fece molto discutere: la stessa giudice optò per l’assoluzione dell’imprenditore, giudicando credibile la tesi della difesa secondo cui Horvatinčić era stato colpito da sincope, una perdita improvvisa dei sensi, qualche attimo prima dell’impatto fatale fra il suo motoscafo (che procedeva a 26 nodi e a meno di 300 metri dalla costa) e la barca a vela dei due diportisti veneti, che procedeva a meno di 5 nodi orari.
Annullata anche la sentenza bis, il terzo processo a Sebenico aveva decretato la condanna di Horvatinčić, già coinvolto in passato in altri incidenti stradali e marittimi che hanno causato la morte di quattro persone, ma mai condannato.
Prima del terzo processo, le competenti autorità giudiziarie avevano deciso di affidare il procedimento ad un altro giudice, estromettendo la giudice Šupe. La pena detentiva di 4 anni e 10 mesi era stata ritenuta insufficiente dalla Procura statale, dagli avvocati e dai figli della coppia, ma anche dall'opinione pubblica dalmata e croata. —
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