«Vedova e senza lavoro Mantengo mio figlio facendo la prostituta»
Triestina, 51 anni, vedova. Nel 2009 ha perso il lavoro e da un anno per riuscire a vivere e a mantenere il figlio universitario ha deciso di prostituirsi. Lo fa ricevendo i suoi clienti in casa, in un rione popolato di Trieste. Risponde con una certa circospezione al numero di telefono che pubblica sui siti specializzati per adulti. Decide di incontrarci e di raccontare la sua angosciante storia solo se le assicuriamo l’anonimato e nessun riferimento specifico al figlio. Lavora, però con il nome di Clelia. «È l’unica cosa bella che mi è rimasta nella vita – premette – faccio tutto per lui, per garantirgli gli studi, un futuro». Lui, un giovane iscritto ad un ateneo della regione, non sa nulla. Quando il fine settimana rientra a Trieste la madre riprende i panni della tradizionale casalinga «non rispondo nemmeno al telefono che ho riservato a questa attività nella giornata in cui lui è a casa, ho troppa paura che scopra tutto», ammette. «La mia è una scelta disperata – continua -, lo faccio per riuscire ad arrivare a fine mese. Se il mio ragazzo capisse cosa combino rimarrebbe deluso, umiliato». Gli amici e le amiche negli ultimi anni le hanno teso una mano «ma ora tutti hanno problemi e non si possono pretendere costanti favori dalle amiche».
Ma come è scaturita la decisione di intraprendere questa strada? Come e perché una donna un giorno prende e pubblica un numero di cellulare per vendere il suo corpo a sconosciuti? «Fino a 4 anni fa lavoravo in un’azienda - racconta la donna – poi la crisi e la decisione del proprietario di chiudere. A 47 anni(vedova da oltre 10) mi sono trovata disoccupata, con un figlio bravissimo che finiva le superiori». La donna percepisce la pensione di reversibilità del marito «ma per finire di pagare un mutuo, - calcola - pagare le tasse, il dentista e mantenere un ragazzo che merita di finire gli studi e sbarcare il lunario, non basta». «Mi sono iscritta all’ufficio di collocamento – ricorda - ma per una donna matura oggi è praticamente impossibile trovare un lavoro dignitoso. Mi hanno presa per un periodo in una ditta di pulizie ma lo stipendio, scarso, arrivava quando volevano. Mentre la banca non aspetta».
Tra i tentativi anche quello di inserire un annuncio offrendosi per lavori anche part-time su un settimanale di annunci. «Mi hanno telefonato offrendomi le cose più disparate – riferisce – persino di farmi delle foto ai piedi o osé a pagamento o di fare la telefonista per una linea telefonica erotica. È a quel punto che con i debiti che crescevano, con Equitalia alle spalle per tasse non pagate e con un frigo perennemente vuoto ho tentato la strada della prostituzione. Un’umiliazione che non mi sarei aspettata dopo una vita di lavoro e sacrifici».
Ecco allora scaturire l’idea di pubblicare un annuncio prima su uno e successivamente su un secondo sito specializzato in incontri. «C’è da non credere quanti uomini, di tutte le età, telefonino – afferma – ma io faccio molte domande, seleziono un po’ e non ricevo tutti. Ho un po’ di paura di imbattermi in malintenzionati». Con qualche cliente, ai quali chiede in media 100 euro ad incontro, si è confidata. «Uno di loro mi ha anche aiutato a pagare l’Imu».
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