Vecchia stazione dei tram: l’amianto ha le ore contate
«I lavori di rimozione e smaltimento dell’amianto nella vecchia stazione dei tram? C’era agosto di mezzo e, si sa, in quel mese tutto si ferma. L’inizio-lavori, quello sostanziale, è imminente».
L’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi invita i cittadini ad avere ancora un briciolo di pazienza. Anche se la preoccupazione è grande: nelle scorse settimane si è sentito il rumore di un crollo nell’ambito della storica struttura. «Sarà mica un lastrone di eternit andato in pezzi?», il timore espresso da un residente che ha prontamente contattato la nostra redazione.
«Ormai siamo in dirittura d’arrivo. C’è stata anche l’assegnazione definitiva dei lavori: quindi, l’iter procedurale e burocratico si è concluso. È stata firmata la determina di aggiudicazione del lavoro di bonifica, per una somma intorno ai 47mila euro», risponde Del Sordi.
Quindi, non resta che attendere fiduciosi. Ma la pazienza dei cittadini comincia ad esaurirsi perché il problema è annoso. Ed è stato sollevato a più riprese dai residenti della zona, preoccupati per la massiccia presenza di eternit nell’ambito della storica struttura.
Una corsa
ad ostacoli
Il via libera definitivo alla rimozione e alla bonifica del materiale è arrivato dopo che, per anni, la volontà di salvaguardare le strutture, giudicate di grande pregio storico e architettonico, aveva avuto la meglio sulla necessità di rimuovere i pannelli della fibra-killer che si stanno progressivamente sfaldando. «L’edificio oggetto dell’intervento - spiega il Comune di Gorizia - è il cosiddetto “ex deposito tram” situato tra piazzale Saba e via di Manzano, nella zona della stazione ferroviaria di Gorizia. L’edificio è stato costruito all’inizio del secolo scorso e modificato in varie fasi. Inizialmente utilizzato come deposito dei tram, ha avuto varie destinazioni tra cui rimessa dei bus, e da ultimo sede distaccata delle Aziende municipalizzate poi diventate Iris. Comprende anche l’ex casa del custode. L’edificio è da diversi anni in stato di abbandono: gran parte delle coperture spandono e sono in pessime condizioni statiche e vi sono diversi tipi di rifiuti (non tossici) presenti nelle zone coperte e nelle aree scoperte». Continuano le relazioni del Comune: «Le coperture, con rare eccezioni, sono costituite da lastre di amianto compatto di due tipologie: lastre ondulate ed eternit tipo Romano, non pedonabili e non calpestabili, in grave stato di degrado, sia sulla ex rimessa, quanto sull’abitazione. Vi sono inoltre una decina di camini in amianto».
La “storia”
dell’appalto
Nei giorni scorsi, dicevamo, si è proceduto all’aggiudicazione dell’appalto in oggetto. Erano pervenute 10 offerte ed erano state ammesse 9 ditte che avevano presentato documentazione idonea.
Chi aveva vinto? L’offerta migliore era risultata essere quella presentata dalla ditta “Zanini Antonio” di Martignacco, con un ribasso del 33,772%, alla quale era stato aggiudicato provvisoriamente l’appalto, in attesa delle verifiche amministrative. Oggi l’aggiudicazione è diventata definitiva: quindi, ostacoli non ci sono più.
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