Vascotto: «Tornerò su Mascalzone Latino Luna Rossa è stata una grande sorpresa»
Lo skipper muggesano, conclusa l’avventura nella Louis Vuitton Cup, è rimasto in Spagna su un Transpac 52
Accende il suo telefono spagnolo (il numero italiano ormai langue da tempo, posto che da Natale non torna a casa) solo alle 8 di sera, dopo una lunga giornata di allenamenti al timone del suo Transpac 52.
Ha due settimane di tempo per prepararsi, in vista della prossima sfida. La prima dopo la Coppa America. Il porto è sempre quello di Valencia, ma la barca è già un'altra. Questa volta da 52 piedi: Vasco Vascotto è già proiettato nel calendario di regate estive 2007, un occhio (e il cuore) alla Coppa America; il cervello e gli impegni al prosieguo della sua carriera.
A 38 anni, con svariati titoli italiani, europei e mondiali, la partecipazione a una Coppa già iscritta a curriculum, il velista muggesano fa il punto tra un allenamento e l'altro, senza sosta, passando da un classe Iacc al Transpac, pronto a saltare, tra qualche giorno, anche su un Farr40. Guarda avanti e indietro, Vasco Vascotto, e risponde mentre guida la macchina, nella serata spagnola, pronto ancora a parlare di Coppa.
Parliamo di Coppa America: un riassuntino relativo alla semifinale Luna Rossa-Bmw Oracle.
«Secondo me Luna Rossa ha sorpreso tutti, compresa se stessa. Nel senso che. sempre secondo me, Luna Rossa non sapeva di poter vincere così. L'equipaggio, il giorno precedente alla prima regata, non avrebbe scommesso su un 5-1 così chiaro e netto. E, d'altra, parte Bmw Oracle racing non si aspettava di poter perdere in questa maniera. Tutti sorpresi, quindi. Me compreso».
Ma quali sono le ragioni, a mente fredda?
«Tecnicamente potremmo dire che gli americani hanno rallentato la loro barca cambiando timone con l'obiettivo di fare delle partenze migliori, cosa che poi non è accaduta; è stato un tremendo e impietoso boomerang. Luna Rossa ha invece dimostrato di avere una barca molto estrema e che i ragazzi dell'equipaggio riescono a farla andare sempre meglio, perché la conoscono ogni giorno di più via via che il tempo passa».
E cosa ha imparato su Team New Zealand guardando le semifinali?
«Molte cose di questo equipaggio le sappiamo tutti: sono un team senza sorrisi. Serio, concentrato, pronto a qualsiasi tipo di regata. Ma è un equipaggio battibile. Come tutti, o quasi».
Cosa intende con il "quasi"?
«Penso forse che Alinghi sia quasi imbattibile, ma questa è un'altra puntata. E dobbiamo ancora arrivarci».
Finale della Louis Vuitton Cup, il via venerdì: ora, secondo lei, cosa succede?
«Non chiedetemi pronostici perché, a parte dire che sono tutti e due team forti, di più davvero non posso. Dipende da moltissime cose, molti fattori. Quindi non intendo pronosticare il risultato, potrei fare una figuraccia. Commenteremo le regate come vengono, una al giorno: vedremo come questi team sapranno confrontarsi e quali saranno le reazioni sul campo di regata. Certo, sarà una gran bella finale».
Ma possiamo pensare alla fisionomia delle regate...
«Combattute, ovviamente, perchè New Zealand non molla un colpo. E potrei dire che non chiuderemo in cinque match. Forse otto. Però lo dico perché è un numero che mi piace...».
Al di là dei numeri, quali elementi sono portanti?
«Al di là dei numeri, e al di là degli scherzi, è una lotta molto seria e severa tra due scuole di pensiero e di mare molto differenti tra loro. Da una parte abbiamo Emirates Team New Zealand che vive di match race, sempre e comunque: seri, non ridono, non scherzano e non sembrano divertirsi. Ma, lo ripeto, vivono di match race, ogni giorno. Il loro è un modo di vita, una scuola di pensiero a terra e in mare Ci sono regole quasi sacre. Dall'altra parte, invece, c’è Luna Rossa: più eclettica e fantasiosa. Forse possiamo dire che, se il vento salta Luna Rossa, grazie alle intuizioni dei suoi velisti saprà diventare la favorita».
E come sarà il vento?
«Forse avremo il solito vento di Valencia, la termica a 15 nodi. Quella che non c'è stata quando sul campo di regata c'eravamo tutti noi...».
Quali saranno, sopra gli altri, gli uomini che impareremo ad amare in questa ultima sfida?
«Io sono molto affascinato dai due capi carismatici: da un lato Grant Dalton, dall'altro Bertelli. In questa fase il loro ruolo diventa cruciale. La gente imparerà forse a conoscerli, al di là dei velisti a bordo».
Qualcuno ha detto che lei è pronto a costruire da solo un sindacato per la prossima Coppa America...
«Questo proprio non è vero. Punto a continuare con Mascalzone Latino, anche se per ora è presto. A questi livelli servono solidità economiche che non sono tipiche di un velista».
Però il suo transpac 52 l'ha fatto...
«In realtà, la barca appartiene a due armatori cileni e la mia società gestisce il progetto».
Un progetto contemporaneo alla Coppa...
«La barca è stata costruita a pochi chilometri da Valencia e varata a una settimana dalla fine della mia esperienza in Coppa. Ma, in realtà, era solo una vicinanza di chilometri: io non l'ho potuta seguire».
Mascalzone Latino due settimane dopo: cosa rimane?
«Una grande esperienza e la consapevolezza di aver vissuto: non mi sono mai stressato. Potrei ricominciare anche domani, o oggi».
E il team è altrettanto pronto?
«Tutti lo siamo, tutti stiamo lavorando. Ora la pausa è solo legata alla continuazione dell'evento, ma i contatti proseguono. Aspettiamo di capire concretamente come tutto si evolverà. Siamo tutti legati tra noi e regatiamo spesso assieme».
E le barche adesso dove sono?
«In scatola, smontate, per così dire. Sono macchine molto delicate: quando le tireremo fuori saranno pronte a regatare. Abbiamo già pensato alle modifiche, ne abbiamo discusso a lungo. Abbiamo alle spalle un'esperienza molto imporante e dei dati strategici per migliorare qualcosa che era davvero già molto buono».
Da quanto tempo non torna a casa, a Muggia?
«Direi dallo scorso Natale».
Domanda sponsorizzata dalla mamma: quando pensa di rientrare?
«Il calendario delle regate mi terrà lontano per tutta l'estate. Passerò molto tempo qui in Spagna, perché buona parte delle competizioni si svolge qui. Il calendario Transpac 52 e Farr 40 mi impegna molto, ma spero di rientrare a fine estate, poco prima dell'autunno. Comunque, non è mai troppo presto».
Seguirà la Coppa?
«Che domande.... Sarò a Valencia per la Coppa America, E dove altro potrei essere?».
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