Vasco Vascotto: «Alla Barcolana una grande voglia di ripartire»
«Senza il maltempo la kermesse sarebbe stata più affollata. Io guarderò la partenza in diretta, poi comincerò un viaggio in auto verso Saint Tropez, dove parteciperò al Mondiale della classe Swan 50»
TRIESTE I calendari internazionali della vela purtroppo quest’anno non aiutano Barcolana 53. Molti professionisti triestini e non solo dovranno partire immediatamente dopo aver superato il traguardo, altri hanno schedulato la partenza proprio nella giornata di oggi, rendendo impossibile la loro partecipazione in mare. Vasco Vascotto è uno di questi.
«Guarderò la partenza in diretta, poi comincerò un viaggio in auto verso Saint Tropez, dove parteciperò al Mondiale della classe Swan 50», confessa Vasco «per fortuna avendo davanti tanti chilometri potrò ascoltare la telecronaca e i commenti della regata, poi passare alla Triestina e infine al basket». >E non si stenta a crederlo, vista la passione che il campione muggesano ha sempre nutrito per le squadre locali.
Un anno da incorniciare questo 2021 per Vascotto, cominciato con la conquista della Prada Cup su Luna Rossa Prada Pirelli Team ad Auckland, quindi l’esperienza della Coppa America sempre “down under” e il rientro in Europa nei circuiti più prestigiosi, il già citato Swan 50, cui sia aggiunge il TP52 a bordo di Bronenosec. Oltre a questi impegni Vasco ha già arricchito il suo personale palmares con il titolo di campione del mondo maxi su Cannonball, vinto a Porto Cervo lo scorso settembre. «Con lo Swan abbiamo migliorato molto le nostre prestazioni e speriamo di continuare a farlo nel prossimo appuntamento, visto che si tratta del Mondiale», è l’analisi di Vascotto.
Come valuta questa edizione della Barcolana?
Nel mondo della vela professionistica i circuiti non sono mai stati così affollati, assistiamo a record di iscritti e ciò nonostante un periodo di stallo dell’economia globale. Le persone, gli armatori e tutti noi abbiamo voglia di tornare a una vita il più possibile normale e quindi sono certo che sarà così anche per Barcolana. Tuttavia come sport siamo “meteo-dipendenti” e il maltempo degli ultimi giorni non ha favorito l’afflusso a Trieste di chi arriva da fuori».
Dopo lo stop dello scorso anno questa è una Barcolana da fare a tutti i costi?
«Il meteo comanda, ma è chiaro come da parte degli organizzatori ci sia la voglia di portare a casa una classifica. Le scelte vengono fatte da persone che conoscono non solo il mare, ma pure la manifestazione nelle sue dinamiche così particolari. Non si correrà alcun rischio inutile perché questa dev’essere anzitutto una festa»
Dall’esperienza vissuta in questi anni come sono cambiati i grandi eventi velici?
«Si è imparato ad adeguarsi alle necessità dell’ultimo minuto, ad essere flessibili, ma pur di fare le regate si accettano anche regole che fino a due anni fa ci sembravano impensabili. Il disagio è per tutti, ma la voglia di ripartire è più forte della pandemia».
Barcolana non è solo vela, bensì si pone ormai come un evento a tutto tondo per parlare di temi trasversali come ecologia, sostenibilità, economia grazie al Barcolana Sea Summit.
«La vela è uno sport pulito per eccellenza e oggi siamo alla ribalta. È giusto sfruttare al meglio e tradurre questa nostra caratteristica in positività per l’intero movimento e per la società in generale, facendoci veicolo di messaggi importanti per il futuro di tutti. Barcolana Sea Summit è il termometro per capire come più importante diventi, più vieni ascoltato o puoi farti ascoltare».
Trieste la seconda domenica di ottobre diventa un punto d’incontro
«Trieste durante la settimana di Barcolana è al centro degli interessi del mondo nautico, così come lo è Genova durante il Salone. Non è un caso quindi che la partnership tra i due capoluoghi passi attraverso una regata come la RoundItaly, che ha legato Genova a Trieste con la manifestazione alturiera più lunga del Mediterraneo, 1130 miglia che fanno sentire vicine le due città e i loro porti».
Riproduzione riservata © Il Piccolo