Vandalo ripreso tra le statue del presepe a Monfalcone: il video via social diventa un caso politico
Saullo e Morsolin evocano la privacy: «Episodio preoccupante, non ci si fa giustizia così». Garritani: «Risponderò in aula»
L’estemporaneo strike delle statuette, sul tappeto della maxi Natività allestita in piazza, pareva all’inizio soltanto una bravata.
Ora approda sugli scranni politici e diventa invece un caso politico. La Sinistra infatti ha presentato un’interrogazione urgente (con richiesta di risposta scritta nei termini di legge) al vicesindaco reggente Antonio Garritani «in merito alla recente diffusione di un video, proveniente da una telecamera di sorveglianza, che ritraeva una persona mentre si introduceva nel presepe natalizio della città».
«Il video – rilevano i due consiglieri comunali Alessandro Saullo e Cristiana Morsolin – come confermato pubblicamente dall’assessora Anna Cisint è stato caricato per alcune ore sulla funzione “stato” dell’applicazione WhatsApp, a disposizione di molte persone».
La vicenda, per i due esponenti dell’opposizione, solleva «interrogativi fondamentali sull’uso e la gestione dei dati sensibili, in particolare delle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza, e sulla loro diffusione tramite i social media».
Saullo e Morsolin tirano in ballo la normativa europea sulla protezione dei dati personali (Gdpr), definendola «chiara», tant’è che «la diffusione di materiale audiovisivo deve rispettare specifici principi di necessità, proporzionalità e tutela della privacy». Per questo motivo i consiglieri chiedono «chiarimenti su diversi aspetti cruciali della vicenda», in primis la «provenienza del video». «È stato prodotto da una videocamera comunale? In caso contrario, come è giunto in possesso dell’amministrazione?», chiedono.
Altro quesito, sulle modalità adottate: «Quali procedure sono state seguite per la conservazione e la diffusione del video? Sono stati rispettati i regolamenti vigenti?», domandano sempre Saullo e Morsolin.
Inoltre, a fronte di una possibile violazione delle norme, «le autorità di pubblica sicurezza sono state informate dell’esistenza e della diffusione del video?». I consiglieri della Sinistra, nella loro interrogazione, chiedono poi di sapere «quali accorgimenti siano stati adottati, nel corso della diffusione, per garantire la tutela della privacy del soggetto ripreso». Come pixellarne il volto, per esempio.
Infine, l’ultimo quesito, di carattere più squisitamente politico, ovvero «la posizione del vicesindaco reggente sulla diffusione di materiale video, dal contenuto potenzialmente sensibile, da parte di membri dell’amministrazione».
Garritani nella tarda mattinata di domenica è stato interpellato. Il cellulare ha prima squillato a vuoto. Più tardi, via sms, spiegando di essere «impegnato in famiglia» per tutta la giornata, s’è limitato a precisare che nell’odierna seduta del Consiglio comunale risponderà «a due interrogazioni» che sono all’ordine del giorno. Su quelle «di cui non si ha notizia formale» lui infatti non intende intervenire, ha scritto nel messaggio, perché lo farà «a suo tempo in aula».
«La politica – commentano a margine i due consiglieri comunali d’opposizione – non può essere gestita tramite social media né tanto meno la giustizia può essere amministrata con simili modalità». L’episodio, ai loro occhi, è «preoccupante» anche per il «messaggio che trasmette ai cittadini»: «Come è stato possibile utilizzare dei video di sorveglianza, evidentemente non destinati alla diffusione, per alimentare una narrazione mediatica?», concludono Saullo e Morsolin.
Nessun intervento, a domenica sera, neppure dall’eurodeputata Anna Cisint, parimenti interpellata sulla vicenda, per dovere di cronaca, a metà pomeriggio.—
Riproduzione riservata © Il Piccolo