Vandali sulla Cottur, “strage” bis di faretti

Distrutti 18 segnali luminosi. Poco tempo fa ne erano stati danneggiati altri 14. La rabbia dei ciclisti: «Degrado senza fine»

TRIESTE Atti vandalici sulla pista ciclopedonale Cottur. Divelti negli ultimi giorni 18 faretti all’altezza del tratto che corre accanto al Burlo Garofolo. Altri 14 erano stati rotti in precedenza. In totale quindi al momento ce ne sono ben 32 fuori uso. A denunciare i danneggiamenti un cittadino che, passando nella zona, ha notato tutto e ha raccontato l’episodio sui social. Ma si tratta solo dell’ultima segnalazione pubblicata dalla gente, a fronte soprattutto di comportamenti maleducati, di chi frequenta la pista anche in orario notturno.

«La prima volta che i faretti sono stati divelti, è accaduto un sabato notte - spiega Marco Kvar, che su Facebook ha portato alla luce il danno, con tanto di foto - questa volta invece è successo tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina».

Nessuno pare abbia notato l’autore o gli autori del gesto. E molti amanti della bici e delle passeggiate sull’arteria ciclopedonale, lamentano da tempo anche altri aspetti negativi, auspicando migliorie e controlli, alla luce delle tante persone che negli ultimi mesi utilizzano la pista, un numero di fruitori aumentati in particolare dopo il lockdown. Tra i disagi più sentiti la sporcizia, presente soprattutto sul marciapiede e sulle aree verdi vicine, a causa delle deiezioni non raccolte dai proprietari dei cani.

Un fenomeno che in realtà, ricorda qualcuno, va avanti da anni, ma che è peggiorato proprio con l’incremento di persone a spasso. Sempre in tema di animali, c’è chi segnala anche l’abitudine di lasciare liberi i cani, che corrono tra le diverse corsie, rendendo pericolosa l’attività di chi fa jogging o pedala, oltre al rischio di azzuffamenti tra animali, per altro già capitati. C’è poi la scarsa educazione di chi cammina nel tratto riservato alle biciclette, anche in questo caso rendendo difficile l’utilizzo della pista in sicurezza, una sorta di guerra tra pedoni e ciclisti, la definisce qualcuno, che sfocia anche in liti accese. Completano il quadro desolante scritte con la vernice, bottigliette e avanzi di cibo lasciati a terra insieme ad altri rifiuti, anche nella prima parte del percorso, a San Giacomo, dentro e fuori la galleria.

Ed è qui che restano chiusi anche i due piccoli fabbricati, che molti sperano siano utilizzati in futuro e che per ora restano vuoti e in uno stato di degrado. «Potrebbe trovare posto un infopoint turistico, una postazione per la manutenzione delle biciclette, un bar o semplicemente - dicono alcuni ciclisti - una stazione dove poter noleggiare le bici». E per evitare il ripetersi di danneggiamenti in particolare, alcuni cittadini auspicano l’installazione di telecamere di videosorveglianza, per riconoscere, e punire, chi si rende protagonista di atti vandalici. —


 

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