Valentina, il pirata ora rischia 10 anni per omicidio

Formalizzata d’ufficio l’accusa di responsabilità colposa a carico dell’investitore della giovane gradiscana
Valentina Pugliese
Valentina Pugliese

Ora sono due le esistenze distrutte dal tragico investimento del 17 novembre scorso in viale Regina Elena a Gradisca: quella di Valentina Pugliese, la barista 24enne che ha lottato inutilmente per due settimane in un letto di ospedale e che ha dovuto arrendersi a un destino già scritto, e quella di Massimiliano Cesari, il trattorista 33enne di Mariano, scappato dopo aver falciato la ragazza senza prestarle soccorso, che ora vede anche l’accusa di omicidio colposo aggiungersi d’ufficio a quelle che già pendevano su di lui, la fuga e l’omissione di soccorso, oltre alla sospensione temporanea della patente per tre anni. Un cumulo di accuse che prevedono una pena complessiva da un minimo di 3 a un massimo di 10 anni di carcere, oltre alla concreta possibilità della revoca definitiva della patente di guida. Al momento su Cesari non pesa comunque alcun provvedimento restrittivo, situazione che potrebbe però cambiare con una condanna.

Valentina si è arresa. Gradisca sgomenta
Valentina Pugliese

Davanti a Cesari si aprono quindi solo incognite: una vita su cui peserà per sempre il rimorso di aver provocato la morte di una persona, il rischio concreto di perdere la propria libertà personale, conseguenza che potrebbe essere evitata qualora in giudizio gli fosse concesso il beneficio (per nulla scontato) della condizionale, e la certezza di non poter più tornare al suo lavoro di trattorista, nella prospettiva plausibile che il giudice decida per lui la revoca della patente.

La morte di “Vale” peserà comunque in modo drammatico sul futuro di Cesari. Il reato di omicidio colposo per infrazione di norme sulla circolazione stradale prevede una pena dai 2 ai 7 anni, a seconda della gravità del fatto. Nel caso dell’investimento di “Vale”, non rappresentano certo attenuanti il fatto che la ragazza sia stata travolta mentre stava scendendo dalla sua utilitaria in una zona di sosta esterna alla carreggiata e soprattutto il comportamento tenuto da Cesari dopo l’incidente. E per la fuga e l’omissione di soccorso, accuse provate, il Codice prevede una pena da 1 a 3 anni.

Certo la sua rovina Massimiliano Cesari se l’è costruita con le sue mani, perdendo la testa e dandosi alla fuga dopo aver travolto Valentina senza scendere per sincerarsi almeno delle sue condizioni. E il suo parziale ravvedimento, del tutto tardivo, non servirà probabilmente a garantirgli un trattamento di favore da parte del giudice.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo