Val Rosandra, il piazzale del “Premuda” chiuso alle auto e ai pedoni

Troppi alberi di alto fusto pericolanti proprio all’ingresso della zona naturalistica Il Comune di San Dorligo: «Se crede, provveda la Regione a tagliare altre piante»
Foto Bruni 21.06.13 Rifugio Premuda:requisito dal sindaco il parcheggio
Foto Bruni 21.06.13 Rifugio Premuda:requisito dal sindaco il parcheggio

SAN DORLIGO DELLA VALLE. Il divieto di transito è totale, riguarda sia le automobili sia le persone, perché il pericolo di caduta alberi è “grave”. Recita così, in sintesi, l’ordinanza emessa dal Comune di San Dorligo della Valle – Dolina che riguarda più della metà del piazzale antistante il rifugio Premuda, all’ingresso dalla val Rosandra. E le conseguenze sono di natura penale, «proprio perché il divieto è assoluto ed è determinato da motivi di sicurezza – spiegano i vigili urbani del Comune della vallata – perciò non solo in quella parte del piazzale non si possono parcheggiare le automobili, ma anche se dovessimo vedere una persona che a piedi supera le transenne sistemate sul posto, magari solo per avvicinarsi al torrente, dovremmo intervenire».

Una tegola per gli escursionisti che, soprattutto nella bella stagione, vogliono risalire il sentiero che corre parallelo al torrente Rosandra. Per non parlare del rifugio Premuda, tradizionale tappa sia per chi si appresta a entrare in val Rosandra, sia per chi ne esce dopo una gita e desidera un momento di ristoro. I parcheggi sono stati di fatto quasi azzerati e certamente la vista di una lunga teoria di transenne bianche e rosse non è quella che desiderano i frequentatori del sito.

«Noi abbiamo applicato la regole – spiega Elisabetta Sormani, assessore comunale per l’Ambiente e il Territorio – e da quando gli alberi sono stati dichiarati a rischio caduta dal Corpo forestale regionale, abbiamo delimitato l’area esponendo il testo dell’ordinanza sulle transenne e ponendo sul sito la necessaria segnaletica. I nostri compiti così però sono finiti – aggiunge – eccezion fatta per i controlli che i nostri vigili urbani devono effettuare per verificare che l’ordinanza sia rispettata. Dopo quello che è successo lo scorso anno – conclude Sormani – restiamo all’interno delle nostre competenze, lasciando a chi di dovere le scelte da fare, nell’attesa che chi deve prendere le decisioni lo faccia, e presto».

Come si ricorderà, nella scorsa primavera il letto del torrente fu teatro di un intervento di pulizia compiuto dalla Protezione civile. Un intervento inserito nell'operazione "Alvei puliti 2012", finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e fortemente voluto dall’allora vice presidente della giunta regionale e assessore all'Ambiente, Luca Ciriani (Pdl).

L’operazione fu definita “disastro ambientale” da Pier Luigi Nimis, Ordinario di Botanica dell'Università di Trieste. Anche la locale sezione del Wwf protestò, parlando di «distruzione della vegetazione ripariale con deturpamento ingiustificato dei suoi valori paesaggistici». Ciriani si difese affermando che «l'intervento era stato voluto anche dal Comune di San Dorligo della Valle e che si trattava di un atto dovuto, essenziale per salvaguardare l’incolumità della popolazione e l’integrità delle infrastrutture pubbliche e private che sorgono nei pressi del Rosandra». Ne seguì un’aspra polemica, e un’azione giudiziaria è in corso per vari imputati.

Intanto il rifugio Premuda, costruito nel 1940 dalla Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del Cai, e successivamente rinnovato nel 1989, sede della Scuola di alpinismo intitolata a Emilio Comici, vive uno dei momenti peggiori della sua storia, nell’attesa che si stabilisca chi deve fare cosa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo