Vaccini obbligatori negli asili a Trieste: la prudenza del ministro

TRIESTE Nessun dubbio sull’utilità di un’azione di sensibilizzazione pro vaccini. Ma anche la prudenza di un’istituzione che si pone legittimi interrogativi sul tema delle competenze degli enti locali. Cosa succederebbe se, di fronte al rifiuto del Comune di Trieste di iscrivere un bambino non vaccinato all’asilo, i genitori si rivolgessero al Tar? Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin usa non a caso cautela nel commentare l’intenzione della giunta Dipiazza di obbligare al vaccino, pena l’esclusione dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia comunali. «Non voglio entrare nel merito delle decisioni dei singoli Comuni che agiscono con autonomia e responsabilità», è la premessa del ministro. Non certo una bocciatura, dato che l’obiettivo di incrementare le percentuale della copertura vaccinale è condivisa a Roma e a Trieste, ma un’attenzione istituzionale a ragionare sul rischio di contenziosi, anche giudiziari, che potrebbero essere controproducenti.
Detto appunto che i Comuni sono autonomi e responsabili, rinunciando a entrare nel merito Lorenzin trasmette la necessità di un approfondimento sul fronte delle competenze: può un’amministrazione locale impedire a una famiglia l'iscrizione a un servizio pubblico come il nido o la scuola dell'infanzia? Interrogativo su cui si invita di fatto Trieste a confrontarsi prima delle decisioni definitive.
Fermo restando che il ministero della Salute sostiene la “filosofia” del provvedimento, come del resto dichiarato, ieri sul Piccolo, anche dal sottosegretario Vito De Filippo. «Non posso non esprimere grande soddisfazione per chi mostra grande sensibilità verso la vaccinazione, primo strumento di prevenzione - aggiunge Lorenzin -. Il calo preoccupante del numero dei bambini vaccinati chiama tutti noi a gesti oggi quanto mai importanti». Perché si deve vincere la battaglia: «Il movimento antivaccini, con le tante bufale che soprattutto sul web inquinano l’informazione che ci arriva dalla scienza, ha bisogno di risposte chiare, forti, coraggiose».
Di coraggio il ministro aveva parlato giorni fa a seguito del varo della legge in Emilia Romagna che introduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per i bambini che frequentano gli asili nido, aggiungendo anzi, di fronte all’intenzione di altre Regioni, dal Lazio alla Lombardia, dalla Toscana alle Marche, di seguire quell’esempio, che «i tempi sono maturi» perché ciò accada. Non è mancato un richiamo a non sottovalutare pure le vaccinazioni facoltative in un anno in cui sono morti bambini a causa della pertosse, una malattia che si riteneva debellata, e sono incrementati i casi di morbillo, con decessi dovuti alle complicanze.
In Consiglio regionale intanto il consigliere di Forza Italia Roberto Novelli interroga la presidente Serracchiani e l’assessore Telesca su una possibile campagna informativa finalizzata agli stranieri presenti in Fvg «per sensibilizzarli, anche utilizzando i mediatori culturali, sia sui vaccini infantili che su quello antinfluenzale». Concretamente, spiega Novelli, si vuole indirizzare la componente straniera della popolazione ai servizi sanitari, al fine di aumentare le vaccinazioni per prevenire tetano, polio, pertosse, epatite B, hib, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco C. Citando uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto superiore della sanità, il consigliere azzurro fa sapere che «gli immigrati che ricorrono all’utilizzo del vaccino antinfluenzale sono meno della metà degli italiani: solo il 16,9% degli adulti ritenuti a rischio di complicanze ha deciso, infatti, di vaccinarsi. Meno della metà, appunto, rispetto al numero di italiani che, invece, ne fa uso, circa il 40% degli over 18. I motivi? Anche barriere di tipo culturale e linguistico». Fondamentale l’informazione, dunque. Come pure l’assessore Telesca ha rilevato: «La giunta ha sempre tenuto aperta l’opzione di introdurre l'obbligatorietà a livello regionale, ma in prima istanza vogliamo percorrere la strada dell’informazione, della persuasione e del coinvolgimento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo