Vaccini internazionali contro le malattie virali

Presentata a Davos la Coalition for Epidemic Preparedness Innovation du Bill & Melinda Gates Foundation: avrà lo scopo di prevenire che il mondo sia ancora tragicamente impreparato di fronte alle prossime epidemie

L'epidemia di Ebola che ha colpito l'Africa Occidentale nel 2014 ha lasciato dietro a sé un senso di profondo disagio sulle tempistiche con cui la medicina ha saputo reagire. È vero che il pronto intervento della sanità pubblica ha contenuto efficacemente il contagio, ma il virus di Ebola se ne è tornato nella foresta africana dopo aver lasciato dietro a sé oltre 11mila morti; il vaccino che nel frattempo è stato sviluppato è risultato pronto quando l'epidemia stava già svanendo. Il problema, quindi, è quello di essere preparati in anticipo, ed è per questo che già nello scorso Word Economic Forum di Davos, in Svizzera, nel 2016, era cominciata a circolare l'idea di un'iniziativa internazionale per sviluppare subito nuovi vaccini contro quelle malatti virali che sono considerate più a rischio negli anni a venire.

La scorsa settimana, sempre a Davos nel summit di quest'anno, è stata ufficialmente presentata da Bill Gates la Coalition for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi), fondata e finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, i governi di Norvegia, India, Giappone e Germania, la Wellcome Trust britannica e il World Economic Forum con lo scopo di prevenire che il mondo sia ancora tragicamente impreparato di fronte alle prossime epidemie. Con un fondo iniziale di oltre mezzo miliardo di dollari, che raggiungerà almeno il doppio entro la fine dell'anno, la Cepi svilupperà vaccini di concezione innovativa contro almeno 11 dei patogeni che l'Oms considera come agenti probabili di epidemie gravi nel prossimo futuro. Tra questi, si contano i virus responsabili di alcune febbri emorragiche, di malattie simili al dengue e a Zika e delle infezioni respiratorie dovute al virus della Mers, che ha mietuto molte vittime un paio di anni fa in Medio Oriente.

L'iniziativa sembra essere del tutto sacrosanta e puntuale, visto che l'aumento esponenziale della popolazione mondiale e la facilità degli spostamenti oggi rappresentano un rischio intollerabile per la diffusione planetaria di malattie virali per cui, di fatto, non esiste alcuna terapia e per cui la vaccinazione è l'unica arma oggi in grado di bloccare il contagio.

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