Vacanze di Natale senza certezze per il 2021

Middle school pupils attend a lesson in their classroom, on June 22, 2020 in Boulogne-Billancourt, outside Paris, as primary and middle schools reopen in France. - After six weeks of unsteady school sessions and more than three months of class at home to fight against the spread of the new coronavirus Covid-19, French pupils and middle school students return to class on June 22, thanks to a lighter health protocol. (Photo by Thomas SAMSON / AFP)
Middle school pupils attend a lesson in their classroom, on June 22, 2020 in Boulogne-Billancourt, outside Paris, as primary and middle schools reopen in France. - After six weeks of unsteady school sessions and more than three months of class at home to fight against the spread of the new coronavirus Covid-19, French pupils and middle school students return to class on June 22, thanks to a lighter health protocol. (Photo by Thomas SAMSON / AFP)

E anche quest’anno sono arrivate le vacanze di Natale. Ieri ultimo giorno di scuola, a distanza. A distanza anche gli auguri che ci siamo scambiati, tra studenti e docenti. Mentre purtroppo non c’è stato, neanche virtualmente, il brindisi tra colleghi, un’occasione che ogni anno ci riservavamo una volta che i ragazzi erano usciti. Ma abbiamo tutti tanti pensieri, e nessuno ha previsto di organizzare questo momento.

L’arrivederci che ho dato ai miei studenti è segnato da un margine di incertezza. Ci hanno detto che il 7 gennaio anche i licei torneranno a fare lezione in presenza, almeno al 50%. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha ribadito che questo è l’impegno del Governo. Ma sarà davvero così? Gli stessi ragazzi nutrono più di un dubbio. Capiscono che molto dipenderà da come evolverà la curva dei contagi proprio durante queste vacanze.

Intanto, però, dobbiamo pretendere dalla politica che faccia la sua parte, per garantire le condizioni di una riapertura delle scuole in piena sicurezza, per chi le frequenta e per chi ci lavora. È stato detto e ripetuto che i contagi non avvengono a scuola, ma in altre situazioni di assembramento (trasporti, ingressi e uscite eccetera). Di questo, però, vorremmo essere sicuri, per capire che cosa è successo veramente dopo la riapertura di settembre.

Sulla base di un’analisi dei dati, si tratta di mettere in campo strategie adeguate. Per esempio gli ingressi scaglionati, che da settembre erano stati programmati soltanto in minima parte. In ogni istituto scolastico una metà delle classi potrebbe fare lezione la mattina, le restanti nel pomeriggio. So che è una soluzione invisa a molti colleghi, perché in tanti casi significherebbe scombinare l’organizzazione familiare. Ma tornare a scuola come si è fatto prima della chiusura non credo sia una buona idea. Di fondamentale importanza sarà un efficace sistema di tracciamento e di test a tappeto su studenti e insegnanti. Sono questioni concrete, che vanno affrontate una per una (insieme ad altre, come quella dei trasporti), se vogliamo davvero riaprire le scuole con la prospettiva di non richiuderle poco dopo. Sbagliare una seconda volta sarebbe imperdonabile.

Per parte nostra, ci congediamo temporaneamente dai gentili lettori che hanno avuto la bontà di seguire la rubrica in questi mesi. Il prossimo appuntamento sarà a gennaio, dopo la ripresa delle lezioni. A tutti i migliori auguri di bune feste. –

32 – continua

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