Vacanza incubo in Tunisia Coppia risarcita dal giudice

SAN CANZIAN D’ISONZO. Vacanze rovinate in Tunisia per una giovane coppia di fidanzati del Monfalconese, lui di San Canzian d’Isonzo, che dopo soli due giorni di soggiorno, hanno dato forfait rientrando a casa a loro spese. Altri 650 euro di biglietti aerei, e il pacchetto turistico di una settimana nel villaggio turistico scelto, già pagato, 1.500 euro, rimasto incompiuto. Tutto è finito sul tavolo del Giudice di pace di Gorizia. Che ha riconosciuto la “vacanza rovinata”. La sentenza ha comportato per il tour operator al quale la coppia si era affidata, Swan Tour Spa di Roma, il pagamento di 2.600 euro a favore della coppia. A rappresentare i due giovani è stato l’avvocato Michele Tuni.
La vacanza “andata in fumo” risale all’estate 2013. La coppia, pochi giorni prima di Ferragosto, era giunta in Tunisia nel villaggio turistico prescelto, secondo il programma stabilito. Ma una volta giunti all’albergo, i fidanzati hanno scoperto che non c’era per loro la stanza. Il tour operator era andato in “overbooking” con le prenotazioni. Stanze, dunque, tutte occupate. Alla coppia, tanto “spiazzata” quanto evidentemente arrabbiata, alle prese con le richieste di spiegazioni, sono stati offerti alloggimenti alternativi in altre due strutture alberghiere. Entrambe, però, risultate insoddisfacenti. Gli hotel sostitutivi, infatti, non corrispondevano alle caratteristiche e ai servizi scelti e pertanto attesi dalla coppia monfalconese. Nè sono serviti i tentativi dei due giovani di mettersi in contatto con il tour operator, avvalendosi altresì di un rappresentante della Compagnia in loco, proprio per risolvere la situazione e poter godersi la vacanza. Così, a due giorni dalla permanenza in Tunisia, spesi a recuperare quella vacanza partita male, i fidanzati hanno deciso di tornare a casa. Hanno preso il primo aereo disponibile, con scalo a Parigi, per rientrare nel Monfalconese. Non sono valsi neppure i successivi contatti e confronti tra la coppia e il tour operator, anche attraverso la mediazione e la consulenza di Federconsumatori, al fine di ricomporre il contenzioso con un accordo condiviso tra le parti. Lo stesso tour operator aveva offerto un buono sconto per un ulteriore viaggio. Non sarebbe stata la stessa cosa.
Da qui l’approdo davanti al Giudice di pace. Che ha riconosciuto, con il recente pronunciamento della relativa sentenza, il diritto al risarcimento completo del pacchetto turistico non consumato, le spese di rientro anticipato della coppia, nonchè il danno da vacanza rovinata, quantificato in 450 euro. Con ciò riconoscendo altresì il diritto a non accettare proposte alternative qualora non conformi a quanto pattuito, pagato, e atteso, trattandosi di offerte diverse da quelle scelte dai due fidanzati. A favore della coppia, inoltre, ha giocato il fatto che il tour operator ha riconosciuto l’overbooking delle prenotazioni effettuate nell’albergo del villaggio turistico tunisino.
«Il tour operator - ha spiegato Marco Valent, di Federconsumatori - è risultato inadempiente. In base alla corposa giurisprudenza in materia, è stata riconosciuta la vacanza rovinata». Federconsumatori consiglia, di fronte a circostanze di questo genere, di inviare formale reclamo al tour operator di riferimento entro 10 giorni dal rientro dalla vacanza, oltre a raccogliere prove, foto, video, nonchè eventuali accordi e scambi di indirizzo con turisti che abbiano subito gli stessi danni.
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