Va all’asta a Milano l’archivio di Mila Schön
Va all’asta un pezzo di storia della moda triestina, celebrato nel 2010 in una mostra al Salone degli Incanti. E continua a smembrarsi, pezzo dopo pezzo, la collezione d’archivio di una delle griffe che hanno creato, e reso celebre nel mondo, il “made in Italy”.
Martedì, dalle 15, a Palazzo Crivelli a Milano, la casa d’aste Il Ponte, che, tra i suoi molti dipartimenti, ne vanta uno specializzato in abiti e accessori vintage, venderà al miglior offerente una cinquantina di lotti firmati Mila Schön, di cui quattro appartenenti alla raccolta storica dell’atelier. L’abito più significativo, lotto 166, base d’asta 1800-2000 euro, è un completo in tela di lana double avorio, con applicazioni rosse sul davanti, che Mila Schön creò a fine anni Sessanta quando la sua moda si nutriva di arte contemporanea, in questo caso ispirandosi alle sculture “mobiles” di Alexander Calder.
Un altro pezzo da collezione, lotto 203, è un abito lungo da gran sera in cady di seta marrone, con il corpetto vinaccia interamente ricamato a perline multicolori in un motivo di api, risalente ai primi anni Settanta, che sarà in vendita a partire da 800-1000 euro. Entrambi questi capi sono stati esposti all’ex Pescheria nel 2010, nell’ambito della mostra intitolata “Mila e la notte”, promossa dall’amministrazione comunale in omaggio alla stilista dalmata ma triestina d’adozione, e, ancora prima, nel 2008, a Palazzo Reale a Milano, come evento speciale nella settimana della moda.
Altri due abiti “storici” di Mila Schön, che però non facevano parte dell’allestimento triestino all’ex Pescheria, prenderanno la strada dei collezionisti privati o dei negozi specializzati in moda d’epoca. Sono il lotto 183, un vestito corto da sera in seta nero, ricamato a motivi floreali con microperline e paillettes nere e argento, e il lotto 219, ancora una mise da sera di seta rosa con ricami, entrambi con base d’asta tra i 600-700 euro.
A Trieste furono esposte anche creazioni più recenti, disegnate per Mila Schön, tra il 2008 e il 2011, dalla stilista Bianca Gervasio, e oggi comprese tra i lotti dell’asta milanese: un abito da sposa color panna a sacchetto con cappa a bozzolo a balze (base 1000-1500 euro), un completo in garza cipria, abito svasato e cappa corta simil-bozzolo (1200-1500 euro), e uno scenografico abito corto bianco e nero con motivo a scalino e applicazioni a cappa (550-600 euro).
Bianca Gervasio ha seguito la sorte dei vestiti che le avevano ispirato il gusto e lo stile della “signora Schön”, come disse in occasione della mostra a Trieste, e che lei aveva rinfrescato e attualizzato. La giovane stilista pugliese, passata direttamente da uno stage interno alla maison alla sua guida artistica, non ne fa più parte: l’annuncio del divorzio è stato dato in occasione dell’ultima settimana della moda di Milano, al suo posto un gruppo di designer internazionali destinati a “riposizionare il marchio nella fascia couture-luxury”, come si legge nei comunicati di circostanza.
È la prima volta che la casa d’aste Il Ponte, fondata a Brera una quarantina d’anni fa, mette in vendita la moda di Mila Schön, mentre ha già trattato, tra le altre, griffe come Valentino, Vuitton, Gucci, Hermes. Della cinquantina di lotti, sette-otto comprendono scarpe in camoscio e pelle, sandali dorati, stivaletti “a scalino” (alcune calzature raggiungono l’improponibile tacco di 14 centimetri...), tutti realizzati appositamente per le sfilate. «Gli abiti - racconta Margherita Manfredi, responsabile del dipartimento fashion vintage della casa d’aste - sono molto belli e originali, in ottimo stato di conservazione, e così le scarpe, che hanno un design molto particolare. Se noi segnaliamo difetti nel catalogo, si tratta per lo più di inezie, dovute all’utilizzo in passerella e al fatto che non sono stati mai lavati. È la nostra “prima volta” con Mila Scön, una stilista importante, ma conosciuta dal pubblico più elitario e più “adulto”».
A vendere l’archivio della stilista è Brand Extension, società che, dal 2011, non gestisce più la commercializzazione del marchio Schön - di proprietà del gruppo giapponese Itochu - e che quindi mette sul mercato i capi di sua proprietà. «Purtroppo - dice ancora Manfredi - l’archivio è stato già smembrato nel tempo. La stessa Brand Extension acquistò abiti dai negozi vintage, segno che il patrimonio era già andato in parte disperso. Con tutti i passaggi di proprietà del marchio, qualcosa manca all’appello... Ora il figlio della signora Schön, che a sua volta è proprietario di una parte dei capi storici, ha espresso interesse all’acquisto di un paio di pezzi».
Tra i lotti ci sono abiti corti plissè con ricami di vetri e strass, gonne a tripli strati di balze, una giacca nera ricamata con amplissime maniche a tromba (600-700 euro), una tuta pantalone amaranto, un abito da sposa con strascico staccabile a balze (1200-1400). E un abito, una gonna e una cappa ricoperti di grandi scaglie di gomma, «pezzi davvero unici - rileva Manfredi - fatti solo per la sfilata».
Una curiosità. In asta c’è ancora qualcosa della storia della moda triestina: tre abiti couture firmati Raffaella Curiel.
@boria_A
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