Va alla cassa e paga di più: sullo scontrino c’è anche l’Iva

Un’acquirente si rivolge alla Gdf. Dal 1 gennaio la legge prevede l’indicazione Il supermercato si scusa: «Non avevamo però aggiornato il prezzo sugli scaffali»

CERVIGNANO. Va a fare la spesa ma arrivata in cassa per pagare il conto nota un’incongruenza e decide di denunciare l’accaduto alla Guardia di finanza. Per il supermercato è tutto in regola. Fino al 31 dicembre, infatti, non veniva riportata l’indicazione dell’Iva sullo scontrino vicino ai prodotti mentre dal 1 gennaio anche i punti vendita Dpiù hanno aggiornato la dicitura.

È successo, nei giorni scorsi, a Cervignano, nel supermercato DPiù di viale Venezia. «Mi sono recata a fare la spesa, come ogni fine settimana, nel mio supermercato abituale – scrive Antonella Iemmolo in una lettera inviata al nostro quotidiano –. Ho fatto la spesa e ho ricevuto in mano lo scontrino fiscale. Sono rimasta incredula nel trovare riportati sullo scontrino i prodotti con l’Iva. Ho comprato uno yogurt. Sullo scaffale c’era scritto 85 centesimi mentre sullo scontrino c’era scritto Iva 10 per cento e costo 89 centesimi. I cerotti per curare i dolori, invece, costavano 2,19 centesimi sullo scaffale. Sullo scontrino il prezzo è rimasto invariato ma ho trovato scritto Iva 22 per cento. Stessa cosa per le spugne e le pagliette. Ho chiesto spiegazioni a una commessa e mi è stato risposto che la procedura è corretta. Mi sento presa in giro. Fino a dicembre era tutto normale». «Ho telefonato – fa sapere Iemmolo – al 117 Guardia di Finanza e sono rimasti perplessi. Hanno detto che effettueranno controlli».

Interpellato, il capo area del punto vendita di Cervignano risponde: «Dopo una verifica è effettivamente emerso un errore da parte del punto vendita, dovuto al mancato aggiornamento del prezzo sul frontalino e non a un errato o assente calcolo dell’Iva. Fino al 31 dicembre non veniva riportata l’indicazione dell’Iva sullo scontrino vicino ai prodotti. Dal 1° gennaio anche i punti vendita Dpiù hanno aggiornato la dicitura. Il mancato aggiornamento del prezzo ha comportato per la signora una spesa di 4 centesimi maggiore rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare. Il punto vendita è naturalmente disposto a restituire alla signora ciò che le spetta, porgendo le dovute scuse. Avendo in gestione più di 200 punti vendita, può capitare che qualcosa sfugga all’attenzione dei dipendenti e dei direttori, tuttavia provvederemo a sensibilizzare il personale per cercare di ridurre al minimo gli errori. Garantire la massima soddisfazione dei clienti rimane la nostra priorità, motivo per cui invitiamo la cliente a segnalarci qualora riscontrasse ulteriori anomalie».

Sulla vicenda interviene la presidentessa di Federconsumatori Udine, Erica Cuccu. «Il prezzo sullo scaffale è vincolante per l’esercente pertanto il consumatore deve insistere per pagare il prezzo riportato sullo scaffale o sul cartellino. Per quanto riguarda lo scontrino elettronico, o scontrino digitale, l’obbligo entrerà in vigore dal 1° luglio solo per chi ha ricavi oltre i 400 mila euro. Per tutti gli altri sarà obbligatorio dal 1° gennaio 2020. Molti esercenti della grande distribuzione si sono già adeguati. Nelle fatture è necessario indicare imponibile e aliquota per ogni articolo mentre per gli scontrini basta calcolare l’aliquota Iva sul totale degli articoli distinti per aliquota». —

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