Va ai francesi di Vinci l’aeroporto di Belgrado

BELGRADO. È di gran lunga l’aeroporto più importante dell’intera regione balcanica. E per metterci le mani sopra si era scatenata una corsa a tutti gli effetti, con in gara colossi svizzeri, indiani, gli “amici” russi, turchi, sudcoreani. Ma alla fine sarà un po’ francese il cuore del trasporto aereo nei Balcani, lo scalo “Nikola Tesla” di Belgrado. Così ha deciso il governo serbo, che ha assegnato ai francesi di Vinci Airports una concessione venticinquennale per la gestione dell’aeroporto. L’annuncio è stato dato sabato dalle autorità di Belgrado, con la premier serba, Ana Brnabić, che ha spiegato che la scelta è di fatto obbligata, dato che l’offerta di Vinci – che gestisce 35 aeroporti nel mondo, con 130 milioni di passeggeri all’anno - era la migliore da tutti i punti di vista, «finanziario, tecnico e legale».
E ha aggiunto di sentirsi orgogliosa di come la Serbia ha gestito l’affare e preso una «decisione così professionale». Decisione che avrà conseguenze importanti per l’aeroporto. E per le casse del Paese balcanico. Per assicurarsi la concessione, Vinci pagherà infatti in anticipo la bellezza di 501 milioni di euro. Di questi, «417 milioni di euro» confluiranno nelle casse dello Stato, che controlla l’83,1% del Nikola Tesla, mentre «84 milioni andranno ai piccoli azionisti», ha precisato il presidente della Repubblica, Aleksandar Vučić, che ha assicurato che tutti i dipendenti dell’aeroporto manterranno il loro posto di lavoro. E non ha nascosto la soddisfazione per la transazione, dato che Belgrado all’inizio del processo per la concessione si sarebbe accontentata di incassare tra i 300 e i 400 milioni di euro per il Nikola Tesla, una cifra ampiamente superata. E non è finita. Vinci, è stato chiarito, si è infatti impegnata a investire 732 milioni di euro nell’aeroporto nel giro del prossimo quarto di secolo, quasi trenta milioni all’anno. Numeri che portano a oltre 1,2 miliardi di euro la cifra dell’affare, che sarà finalizzato a marzo.
Affare che riguarda quello che, una quindicina d’anni fa, era uno scalo alla ricerca affannosa di investimenti dopo gli anni bui delle guerre e delle sanzioni contro il regime di Milošević, che avevano azzoppato anche il traffico aereo. Ma che, negli ultimi anni, ha vissuto uno sviluppo rapidissimo, col rinnovamento e la modernizzazione degli interni. Lo confermano anche i numeri dei passeggeri dello scalo, che l’anno scorso hanno superato la cifra-record di cinque milioni, lanciandolo in testa nella regione. L’aumento è stato costante, dai 3,1 milioni del 2011, ai 3,3 dell’anno successivo, per passare a 3,5 nel 2013 e a ben 4,6 milioni nel 2014. Dal secondo al quarto posto, seguono gli scali di Zagabria, Spalato e Dubrovnik, al quinto Pristina e al sesto Skopje, mentre Lubiana si mantiene al settimo posto fra gli scali più trafficati nella ex Jugoslavia.
La crescita dei passeggeri su Belgrado tra il 2013 e il 2014 – e in aumento oggi sono anche il traffico merci (+40%) e quello charter (+28%) - va attribuita anche allo sbarco di Etihad sul mercato serbo. «Quattro anni fa avevamo una compagnia nazionale disastrata e oggi ne abbiamo una di successo, Air Serbia», ha confermato la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Zorana Mihajlović. Che ha aggiunto che un colosso come Vinci investe solo in Paesi «politicamente stabili e che si sviluppano dal punto di vista economico».
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