Utilizzo auto “pubbliche” degli enti: meno di 10 mila all’anno per 2 su 3
Trieste. Un parco macchine obsoleto e sottoutilizzato, ma destinato a una rivoluzione verde che potrebbe farne un modello in Europa. Sono 3.200 le automobili impiegate dalle molte branche della pubblica amministrazione regionale, ma il 70% di esse percorre meno di diecimila chilometri all’anno, costituendo dunque una spesa eccessiva rispetto all’effettiva utilità del mezzo. Il dato emerge da uno studio dell’Università di Trieste condotto su ottanta enti partecipanti al progetto europeo Noemix, con cui la Regione e le pubbliche amministrazioni del Fvg si priveranno entro il 2021 di ottocento automobili alimentate con benzina e diesel, sostituendole con 500 veicoli elettrici. Sotto la lente sono finiti Regione, Comuni, Aziende sanitarie, Autorità portuale, Università e centri di ricerca.
Il report analizza lo stato di 3.213 mezzi, di cui 2.349 impiegati per il trasporto di persone. Fra questi si contano 1.130 veicoli appartenenti alle Aziende sanitarie, 364 ai Comuni capoluogo, 354 ai municipi di piccole dimensioni e 501 agli altri enti: non si tratta di auto blu se non in una piccolissima minoranza di casi, ma di mezzi di servizio senza conducente. Un parco datato, visto che il 60% dei veicoli supera i dieci anni di vita e uno su quattro ha addirittura più di 15 anni. L’approccio green è lontano: solo 15 sono infatti le auto elettriche, mentre il 77% è alimentato a benzina, il 18% a diesel e la parte restante rientra nelle categorie ibride con uso di benzina e gpl o metano.
Se l’attuale mancanza di una mentalità ecologica non può stupire rispetto ad automezzi acquistati nei primi Duemila, fa riflettere che due veicoli su tre non arrivino ai diecimila chilometri all’anno: meno di trenta chilometri al giorno di media, con il 75% dei mezzi che non supera i 50 chilometri al giorno e il 40% che non arriva a 25. Una percorrenza compatibile con l’autonomia garantita dalla trazione elettrica.
Noemix entra in campo in questo scenario, mirando alla dismissione di 800 veicoli tradizionali e alla loro sostituzione con 500 mezzi elettrici, metà dei quali dovrebbero servire le necessità delle Aziende sanitarie. Il piano è ambizioso e la sua progettazione costa 900 mila euro, interamente finanziati dall’Unione europea. La realizzazione vera e propria vale invece 13,7 milioni: tanto peserà la gara d’appalto che la Regione emetterà entro l’anno prossimo per la fornitura dei veicoli (il cui costo sarà sostenuto dall’ente che userà il singolo veicolo), l’installazione di 500 colonnine di ricarica e la creazione di un software che razionalizzi l’utilizzo delle auto. Le colonnine avranno due punti di ricarica ciascuna e saranno dislocate in parte presso gli enti pubblici e in parte all’esterno, dove potranno essere usate anche da privati cittadini in fasce orarie definite. La Regione spenderà inoltre un milione per realizzare al Trieste Airport un sistema fotovoltaico che possa non soltanto servire lo scalo ma immettere nella rete elettrica metà dell’energia necessaria per la ricarica dei mezzi comprati dalla pubblica amministrazione: il resto arriverà dall’acquisto di energia verde certificata.
La transizione verso la mobilità elettrica non costerà poco per gli organi protagonisti della sperimentazione coordinata dalla Direzione centrale Ambiente della Regione e da Area Science Park. Non bastassero la riduzione di emissioni e l’acquisto di mezzi più recenti e sicuri, i promotori sono tuttavia convinti che la riorganizzazione dell’utilizzo e forme di car sharing produrranno addirittura un risparmio, andando ad abbattere le spese per bolli, assicurazioni e manutenzione che oggi costituiscono uscite fisse per veicoli in realtà poco utilizzati.
«Il Fvg – dice l’assessore Fabio Scoccimarro – punta a essere il primo ente di area vasta d’Europa a mettere in atto una seria rivoluzione culturale della mobilità sostenibile: con il progetto Noemix verranno rottamate vetture vetuste, inquinanti e sottoutilizzate che faranno posto a 500 auto elettriche. Partiremo dalla Regione, dai Comuni capoluogo e dalle Aziende sanitarie, riservando ai Comuni più piccoli una seconda fase del progetto. Eliminando 800 veicoli a trazione tradizionale, si potranno risparmiare oltre 600 mila litri all’anno di carburante ed evitare emissioni di Co2 per 1.400 tonnellate». —
D.D.A.
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