Utero in affitto, anziani genitori indagati
Volevano avere un figlio a tutti i costi, nonostante la loro fosse ormai un’età più che matura. Sessantotto anni lei, poco più di cinquanta lui. Sono andati in Ucraina, hanno “affittato” un utero in una clinica di Kiev pagando settemila euro. Sono rientrati in Italia e nove mesi più tardi si sono ripresentati dalla ragazza che stava per partorire. Sono rientrati Trieste con due gemelli e un regolare certificato di nascita rilasciato dalle autorità di quel Paese.
Ora questa coppia è al centro di un’inchiesta avviata dal pm Lucia Baldovin. Rischiano dai cinque ai 15 anni di carcere perché secondo l’accusa hanno commesso un falso nel momento in cui con l’ufficiale anagrafico si sono detti padre e madre dei gemelli che volevano registrare come loro figli. Il reato contestato è l’alterazione di stato civile, punito dall’articolo 567 del Codice penale. La coppia è già stata convocati nell’ufficio del magistrato inquirente assieme al difensore, l’avvocato Paolo Rolli e lì subito il primo interrogatorio.
L’indagine è stata avviata su segnalazione del Comune di Trieste: un funzionario dell’ufficio anagrafe non ha ritenuto possibile che una donna nata quando la seconda guerra mondiale era ancora in pieno svolgimento, potesse aver assunto qualche mese fa il ruolo di partoriente, mettendo al mondo due gemelli. Di mamme - nonne si conoscono parecchi casi, ma nessuno, secondo gli Annali medici ha mai partorirà all’età di questa insegnante triestina da tempo in pensione.
Non è ancora chiaro come si svilupperà l’inchiesta e quale sarà il futuro dei due gemelli il cui padre è certo, ma la cui madre naturale è sparita per sempre nell’ombra dell’anonimato. Certo è che il certificato di nascita ucraino è del tutto regolare e valido e dice che l’anziana insegnante è la madre dei due bambini. A Kiev la legge ammette infatti la “maternità surrogata”, mentre nel nostro Paese è reato affittare o prendere in affitto un utero per mettere al mondo un figlio che in altri modi non ce la fa a nascere. O per incompatibilità genetica tra la coppia che lo desidera disperatamente; o per raggiunti limiti di età biologica di uno o di entrambi i coniugi o conviventi.
La vicenda che il pm Lucia Baldovin sta affrontando assieme alla coppia e al loro difensore, è di una estrema complessità, non solo sul piano della giustizia penale, ma soprattutto su quello etico e del buonsenso. Può essere considerata mamma in tutto e per tutto una donna che non ha portato nel proprio grembo il bambino e che non lo ha sentito muoversi, scalciare, agitarsi, ma anche dormire per mesi e mesi, mentre la “pancia” cresceva? Questa donna ha prestato il seme del marito auna giovane ragazza che si è messa a disposizione della coppia per una certa quantità di denaro, non per amore.
In Ucraina in effetti si è sviluppato un mercato a cui ogni anno si rivolgono un migliaio di coppie provenienti da svariati Paesi. L’ex repubblica sovietica non è sola in questo grande mercato degli “uteri in affitto” perché quanto oggi viene contestato come ipotesi di reato ai due anziani coniugi triestini, è del tutto lecito in Gran Bretagna, Svizzera, Canada, Israele e in alcuni Stati degli Usa. Solo che nelle cliniche specializzate di Kiev costa meno che altrove: una solo tentativo di inseminazione, definito economico - costa cinquemila euro; due tentativi, settemila o poco più; Per chi se lo può permettere il mercato ucraino offre anche tentativi multipli a 12 mila euro.
Dietro a queste cifre si consuma il dramma di chi desidera un figlio tutto suo e si aggrappa alla speranza venduta da queste cliniche- fabbriche di bambini. La legge 40, ispirata ai rigidi principi della morale cattolica, vieta in Italia la fecondazione eterologa. All’estero, nei Paesi che hanno messo a disposizione delle coppie che desiderano un figlio, non importa come concepito, due sono le clausole da rispettare: che la coppia sia sposata e che uno dei due genitori sia sterile o impossibilitato a generare.
Questa “clausola” è stata rispettata dai due triestini finiti sotto inchiesta. La mamma, vista l’età, non poteva più procreare. Da qui la scelta di affrontare il viaggio della speranza, dove etica, affari, codice penale, amore per un bambino, cinismo e povertà della madre naturale, si intrecciano in un groviglio inestricabile. Al centro due gemelli che hanno bisogno di tenerezza, tranquillità, carezze e silenzio.
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